JEAN WIDMER

jean widmer

Jean Widmer


Jean Widmer ha rivoluzionato la grafica in particolare rivisitando tutta la segnaletica di luoghi pubblici e infrastrutture stradali, sia a fini pratici (grandi progressi in termini di leggibilità) che di estetica. ;Si tratta di un precursore, uno dei primi a mescolare fotografia e graphic design dalla parte  e facendo della tipografia  un elemento della sua composizione.
Jean Widmer è un graphic designer nato a Frauenfeld in Svizzera il 31 marzo 1929, arrivò in Francia negli anni 50’, nella sua carriera ha. progettato numerosi programmi di identità visiva.
Biografia
Nel 1946 , quando aveva diciassette anni, fino al suo 21 anno in 1950 , ha studiato alla presso la Kunstgewerbeschule di Zurigo (scuola d'arte applicata), guidata da Johannes Itten del Bauhaus .
Ha conseguito il diploma di decorazione di vetrine, in seguito continuò i suoi studi di graphic design.
Per migliorare la sua preparazione, si recò a Parigi dove seguì un corso di litografia all’ École nationale supérieure des beaux-arts (Ensba) di Parigi, dove incontrò Mourlot, un maestro litografo.
Nel 1953, ha fatto uno stage, in uno dei migliori editori e di realizzazione di confezioni in cartone: il laboratorio Tolmer, situato sull’ Ile Saint Louis a Parigi. dove progetta il packaging per la “, una marca di dolciumi.

ART DIRECTION
Dopo aver trascorso un anno da Tolmer ,dal 1956 al 1959, Jean Widmer diventò direttore artistico della “,.
In seguito fu nominato direttore artistico presso il grande magazzino “Galeries Lafayette “, dove ha lavorato tra il 1959 e il 1961, contemporaneamente fino al 1969 fu direttore artistico della rivista “sLe jardin des modes”, dove sarà anche fotografo fino al 1969.
In parallelo, ha insegnato dal 1960 al all'Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi. Durante questo periodo si recò in Giappone dove ha studiò scrittura tradizionale pennello e la grande varietà di timbri e sigilli, che lo ispireranno negli anni successivi

 

jean widmer

Jean Widmer



LE GALERIES LAFAYETTE
Quando  succede nel 1959 come direttore artistico a Peter Knapp per la pubblicità delle “Galleries Lafayette”, Jean Widmer ruppe con la tradizione.
Egli preferì lasciare più spazio alla comunicazione di fantasia.
Creò nuovi codici visivi con calligrammi, foto, collage e non utilizzò più la tipografia in modo tradizionale.

Il JARDIN DES MODES
Le “Jardin des modes” era una rivista di moda creata nel 1920 da Lucien Vogel, aveva come destinatari lettrici  colte e impegnate, questa rivista consentì a Widmer di liberare il suo lavoro dai vincoli commerciali.
Questa rivista da rivita di « dames » divenne, con Jean Widmer, una rivista di « femmes ». 
Jean Widmer fu a capo di un team di professionisti esperti come Terence Donovan e Helmut Newton , ma da spazio e l’opportunità di esprimersi anche a principianti, Roland Topor Chatelin o Alex.
Inizia con il rinnovo del logo, e poi della copertina che sarà trattata come un manifesto, all’ interno la tipografia è semplificata e unificata in modo che immagine e testo siano più importanti.
Jean Widmer innova in modo radicale annullando il divario tra haute couture e prêt-à-porter, e in seguito partecipò alla riconciliazione tra la grafica e la fotografia che contribuì a modernizzare l'immagine del giornale.
Decise, inoltre, di includere la fotografia nelle sue produzioni, perché, disse, “permette di capire in modo più diretto e più oggetti realistici”. Si occupa anche di servizi fotografici.
Per evitare che il giornale appaia monotono, guida il senso visivo in tre direzioni: l'insolito, l'erotismo e la poesia.

L'AGENZIA JEAN WIDMER
Nel 1969, Jean Widmer, aprì un'agenzia che diventerà in seguito la “Visual Design”.
Lì progetterà la maggior parte dei suoi programmi di identità visiva, come quelle dell Centre Georges Pompidou e del Musée d'Orsay .
Alcuni esempi di identità visiva create da Widmer durante questo periodo:

IL CENTRE POMPIDOU
Nel 1977, Jean Widmer progetta l'identità visiva del nuovo Centro Georges Pompidou di Parigi.
Il centro, inaugurato nel 1977, è diviso in quattro parti: il Museo Nazionale d'Arte Moderna ( MNAM ) il  Public Library Information ( BPI ), il Centro di Creazione Industriale ( CPI ) e l'Istituto di ricerca Design e Acustica e Musica ( IRCAM ) Include attività multidisciplinari: pittura, scultura, architettura, design, letteratura e musica.
Nel 1969, venne indetto un concorso internazionale per la realizzazione dell'identità visiva del centro.
Il gruppo Visual Design si formò attorno a Jean Widme e Ernest Hierstand
Per adattarsi ai alla pluridisciplinarità e alla complessità dell’ architettura si richiedeva una tipografia originale e una segnaletica adeguata.
Il font che fu utilizzato fu il font "Beaubourg", progettato da Adrian Frutiger.
La segnaletica invece aveva le seguenti caratteristiche: integrazione verticale e un codice di identificazione

 



Jean Widmer



L’'integrazione verticale perché Widmer ha voluto integrare la segnaletica nell'architettura, per non ingombrare l'area e informare al massimo, senza interferire con la visione e attirare l'attenzione del pubblico, rompendo con le sue abitudini.
Ma la segnaletica verticale non fu mai stata veramente apprezzata.

Un codice di identificazione c
he risponda ad una necessità funzionale e un desiderio non a un desiderio decorativo.
Ogni dipartimento , infatti, ha un colore che permette il suoni riconoscimento.
Widmer scelse i colori in base in base al loro simbolismo così per esempio l’IRCAM è rappresentato dal porpora, che simboleggia la musica e spiritualità.
Egli non volle progettare il logo del Beauburg, il suo sistema visivo e la segnaletica erano, a suo avviso, sufficienti per l'identità del futuro centro, ma la direzione del Beaouburg insistette Jean Widmer ottemperò e progettò il logo nel 1978, un anno dopo l'inaugurazione del centro.
Ancora oggi, questo logo, è in uso, questo segno è diventato una pietra miliare nella storia del design grafico contemporaneo.
Nel logho vienme rappresentato l’ edificio in modo molto caratteristico con la sua scala mobile nella parte anteriore della facciata.
Il, Beauburg è 'immediatamente riconoscibile (anche se il suo autore immaginò solo cinque piani nel suo logo, mentre l'edificio è dotato di sei) e allo stesso tempo, quasi astratto.
Jean Widmer progeta il log in modo minimalista, elabora il suo progetto e il disegno, secondo tappe successive per realizzare qualcosa di forte e semplice.

LA SEGNALETICA DEGLI AEROPORTI DI PARIGI
Nel 1994, gli aeroporti di Parigi vollero adeguare la segnaletica dei nouvi edificii nuove architetture  chiedendo il progetto della nuova segnaletca all'agenzia di visual design.
L’agenzia grafica corregge la difficoltà di lettura delle strutture esistenti e l'apprensione dello spazio. Vale a dire che studia il posto per mettere i loro segni in cui sono più visibili (guarda l’illuminazione e l’altezza ...). L'agenzia di visual design si è anche occupata della maggior parte dei pannelli, del trattamento delle informazioni sul monitor e della stilizzazione delle mape sito. Per fare ciò l'aeroporto aveva dato carta grafica elaborata in base alle osservazioni fatte dai passeggeri.
Le nuove regole grafiche attribuiscono al colore giallo alle informazioni riguardanti il trasporto aereo ,al blu a quella del trasporto ferroviario e le traduzioni sono in grigio chiaro e in inglese, perché è un linguaggio internazionale. Questa codifica a cromatica consente di trovare rapidamente i trasporti che si stanno cercando grazie ad  una lettura più veloce e a una migliore leggibilità. Per essere efficace l'informazione veicolata dalla segnaletica deve essere prioritario rispetto gli altri messaggi per l'aeroporto (pub ...). visual design dell'agenzia visual design realizza un progetto grafico molto semplice e molto visibile e leggibile da tutti i passeggeri, indipendentemente dalla loro cultura.

L'ANIMAZIONE TURISTICA DELLE AUTOSTRADE
Nel 1972 la Societa’ delle Autostade commisionò a Jean Widmer la segnaletica autostradale culturale per le autostrade nel sud della Francia col fine di rompere la monotonia dei viaggi in macchina suscitando contemporaneamente la curiosità degli automobilisti per l’ambiente naturale, il patrimonio artistico, architettonico e urbano. Per questo fione creò un  un linguaggio universale per permette una lettura rapida e per definire messaggi separati della segnaletica stradale regolamentare - e infine trovare un sistema ludico
Jean Widmer si ispirò ai geroglifici egizi e progettò dei pittogrammi che evocano il patrimonio della regione e la sua cultura, i segni sono così ridotti all'essenzae della loro forma e del il loro significato Così il messaggio viene immediatamente e letto come un gioco
Il problema fu ridolto con dei pittogrammi e dal testo con cartelli distanziati da distanziati  tra loro da 200 a 300 metri.
Per aumentare la velocità di lettura, Jean Widmer utilizza il carattere Frutiger, che è molto adatto per pa percezione della segnaletica utilizzando caratteri minuscoli molto leggibili.
Per differenziarli da altri pannelli della strada, Widmer decide di mettere dei pittogrammi su bianco il colore di sfondo marrone diverso dal blu della segnaletica stradale regolamentare.
Poi partendo dalle foto le depurò ottenendo  sistematicamente delle forme giocando sul rapporto di massa tra bianco e nero per cancellare il simbolismo del soggetto.
Allo tesso tempo ha cercato lo spessore del tratto minimale in relazione alla distanza e alla sua leggibilità. Poi ha lavorato separatamente e insieme il pittogramma con feltro, collage e fotografie. Tutto è stato elaborato con le tratti coerenti e senza «traumi». In 7 anni, Jean Widmer e la sua agenzia hanno creato ben  500 icone.

 



Jean Widmer

 

LA TIPOGRAFIA BI-89
Nel 1989 il Ministero della Cultura e della Comunicazione connise la progettazione di 2 tipi di caratteri tipografici per commemorare il bicentenario della Rivoluzione francese Il team guidato da Jean Widmer sviluppò un primo carattere destinato a supportare la segnaletica e di cerimonie ed eventi e un secondo carattere per tutti i supporti editoriali e di comunicazione. Creò il font bi-89 (che sarà utilizzato soprattutto per la segnaletica interna di cerimonie del bicentenario). Per commemorare il bicentenario della rivoluzione del 1789 ha chiamato a questo tipo di carattere bi-89.
Jean Widmer si basò sugli insegnamenti tratti dalle esperienze di animazione e di segnaletica per lle autostrade e ha creato un caratere stretto che permete di comporre delle parole con un gran numero di segni. Una volta che la forme forono fsati nei moduli  conb le varianti dell’altezza, della larghezza, del grassetto... Ogni carattere è disegnato su un calco con una dimensione di 7 8 cm .. Questo calco fuy lo stesso per ogni lettera Ha una pendenza molto leggera di 4 gradi appena visibile ciò gli impedisce di essere statico. Il corpo delle maiuscole è stato ridotto per una migliore percezione. Inoltre, il bi-89 è stato progettato in modo che i caratteri di misura di un centimetro di altezza fossero leggibili a distanza di 3 metri con una normale acuità visiva. Due serie di cifre sono stati anche creati:: una per gli usi storici, una per i supporti quotidiani. I carateri sono anch’essi costruiti con leggera inclinazione, lo stesso per il grassetto.

 



Jean Widmer

 


VARI PROGETTI E REALIZZAZIONI
1959-1961: Galeries Lafayette , pubblicità
1961-1969: Le Jardin des Modes , direzione artistica del giornale
1979: Kiel , festa nautica e culturale in Germania, concorso diVisual Identity
1974-1977: Centre Georges Pompidou , concorso per l’ identità visiva e la segnaletica
1972-1978: Animazione turistica delle autostrade
1983-1987: Musée d'Orsay , identità visiva e segnaletica, francobollo
1985: Centre Georges Pompidou , Musée national d'arte moderna, identità visiva
Autostrade nazionali, lo studio di normative di segnalazione:
1989: Creazione di un alfabeto, Bi-89, per celebrare il bicentenario della Rivoluzione francese
1989: RATP segnaletica  progetto di segnaletica
1990: Galerie Nationale du Jeu de Paume , identità visiva e segnaletica
1994: Quinto Incontro Internazionale di Arti Grafiche a Chaumont, manifesti e prodotti affini
Riconoscimenti
Dal 1979 membro dell’ AGI (Alleance Grapique Internationale)
Nel 1980 ha vinto il Premio Toulouse Lautrec a Berlino e il Premio di eccellenza a Essen e Monaco di Baviera per il poster della Kieler Woche 1980;
Nel 1983 fu nominato Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere , e Ufficiale dell'Ordine delle Arti e delle Lettere
Riceve anche il design , rilasciata dal ministero dell'Industria e del Commercio Estero per l'identità e la segnaletica per il museo d'Orsay;
Nel 1992: Distinctive Merite Award dell'Art Directors Club 6 ° di New York;
Infine, nel 1994, ha vinto il premio nazionale Gran Premio di Arti Grafiche del Ministero della Cultura e della Francofonia.
Bibliografia
Jean Widmer, Jean Widmer, co-edizione le edizioni   1991
, pubblicato in occasione della mostra dall'8 novembre 1995 al 12 febbraio 1996 nella Galleria del Nord, Centro Nazionale di Arte e Cultura Georges Pompidou di raccolta Monografia, Nantes Saint Herblain, 1995.

 



Jean Widmer


INTEVISTA A JEAN WIDMER

Cosa volevi fare dagiovane?
Da quando ero giovane, ho sempre avuto un passione per il disegno. Mia sorella, che è 15 anni più giovane di me, ha frequentato la mia stessa scuola e mi ha detto che per molti anni i disegni che ho fatto sono stati proposti agli studenti come esempi di grande qualità.

Qual è stato il tuo percorso educativo?
Quando ero un adolescente, il signor Fred Scheckenbourgers, collega di mio padre, mi ha dato un posto di lavoro nel suo cabaret-,un teatro di marionette. Mi ha presentato in una vivace scena culturale, e questa esperienza è stata fondamentale per il mio futuro. I miei genitori erano preoccupati di vedermi perseguire una professione artistica, ma Fred li convinse ad iscrivermi alla scuola d'arte. Ho lavorato come decoratore apprendista di giorno e sono stato immerso nell'atmosfera creativa del teatro di notte. L'universo multidisciplinare che ho conosciuto attraverso la personalità di Fred ha rappresentato un patrimonio culturale e artistico da cui ho ottenuto energia e fiducia in se stessi. Dopo la laurea come decoratore, mi sono nuovamente iscritto alla Kunstgewerbeschule (Scuola di Arti e Mestieri) per maestro in arte murale, colore, struttura e design dii tipgraia. Nel 1949 ho visitato Parigi grazie ad un tour-studio organizzato dalla scuola. Sono rimasto impressionato dalla magia e dalla ricchezza dei suoi musei e ho deciso di ritornare al più presto possibile. Lo ho fatto quattro anni dopo, facendo un tirocinio presso l'Atelier Tolmer sull'Ile Saint-Louis. Volevo esprimermi con più libertà, stimolata dai disegni di Picasso, Braque e Chagall che ho visto nelle gallerie d'arte. Avevo un irresistibile desiderio di "scriba" sulla pietra, quindi nel 1955 sono entrato nello studio di litografia presso l'École des Beaux-Arts (Scuola di Belle Arti) di Parigi.

Qual è stato il tuo soggetto preferito a scuola?
A quel tempo, considerando il contesto sociale in cui viviamo, la prospettiva di una professione artistica non rassicurò mio padre, ma durante il mio ultimo anno a liceo, il maestro di disegno mi disse: "Widmer, hai una bella mano ei disegni bene. Saresti un buon arredatore! "Così ho preso coraggio, ho parlato con i miei genitori e mi sono iscritto alla famosa Kunstgewerbeschule di Zurigo, allora diretta da Johannes Itten, ex professore di Bauhaus Weimar.

Quando e come è iniziata la tua carriera?
Alla fine degli anni '50 i grandi magazzini Galeries Lafayette e Printemps erano i due principali concorrenti pubblicitari di Parigi. Il direttore di Galeries Lafayette mi ha chiamato: "Qual è l'ultima pubblicità del magazzino che ti ha maggiormente impressionato?". Gli risposi: "Ho visitato Globus, La Rinascente, Bloomingdale, Saks e Ohrbach a New York. Ho trovato l'annuncio di Ohrbach più interessante. È sorprendente che hanno scelto un'immagine volta a catturare l'attenzione invece di uno dei prodotti abituali. "" Beh, ha detto Widmer! L'ho anche notato! "Ha risposto. Così ho capito che avremmo trovato il modo di lavorare insieme. Egli era interessato alle mie idee e incuriosito dalla loro forza innovativa di attrazione. Presto le mie pagine pubblicitarie cominciarono ad apparire sui giornali di Parigi. Non hanno catturato solo l'attenzione del pubblico, ma anche quello del direttore dell'Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs (la Scuola delle arti decortive) che mi hanno invitato a dare un breve corso di conferenze nel disegno grafico. Un percorso breve che ha poi durato 35 anni!

Come è evoluto il tuo design da allora?
Nel 1972 il Ministero dell'Ecologia cercava un modo per impedire l'invasione della pubblicità sulle autostrade francesi. Sono stato nominato per progettare un sistema di segni e pittogrammi di valore culturale e pratico. L'idea era dare ai conducenti informazioni sul patrimonio artistico e architettonico della regione. Abbiamo sviluppato un complesso sistema di pittogrammi a partire dal fotoreportage fatto in situ. Abbiamo concepito una serie di pannelli della risposta di forma risposta: i driver hanno trovato un primo pannello con una domanda e dopo 200 m un altro fornendo la risposta. Questa idea era pionieristica e fu poi adottata da alcuni altri paesi circostanti.

Qual è il progetto che ti ricordi con più piacere e interesse?
I poster per la CCI (Centre de Création Industrielle) di Parigi. Nel 1969 sono stato nominato per progettare l'intera identità aziendale. Ho progettato più o meno venti poster per le mostre di apertura, promuovendo il design industriale francese. Tutti i manifesti si basavano sullo stesso concetto: un sistema di forme e colori corrispondenti a Helvetica, senza riprodurre gli oggetti corrispondenti. Grazie a questa forte identità, la CCI potrebbe essere riconosciuta a prima vista, anche prima di comprendere il contenuto del poster. Dopo quarant'anni questo approccio caratterizza ancora i miei criteri di progettazione. Questa esperienza si è rivelata fondamentale quando nel 1976 sono stato nominato per progettare l'identità aziendale del Centre Pompidou, in cui la CCI si è fusa.

Un progetto che vorresti progettare.
Vorrei progettare un sistema coordinato di segno per tutte le autostrade e le strade dei paesi dell'Unione Europea.

Uno o più progettisti che ammiri.
Ikko Tanaka, Josef Müller-Brockmann, Max Bill, Philippe Apeloig, Armin Hofmann, Uwe Loesch e Debora Sussmann.

Un pezzo di architettura.
La Cappella di Notre Dame du Haut (1953-55), Rochamp, di Le Corbusier. È famoso per il suo carattere eccentrico e autentico. È un gioco di volumi, luce e ombra, colori e materiali. Illustra una serie di soluzioni intelligenti per problemi. Un vero esempio di savoir-faire.

Un pezzo di design
Uno dei ventiquattro poster che ho progettato per il Centre de Création Industrielle nel 1972.

Un carattere.
Hellenis, progettata da me stesso. Quando sono andato a Parigi, ho portato con me una matrice fotografica di Helvetica da cui ho preso lettera per lettera per impostare i titoli. Fortunatamente Adrian Frutiger, collega della Kunstgewerbeschule di Zurigo, è venuto a Parigi e ha progettato i venti pesi dell'Universo (1952-56), rilasciati dalla fonderia di tipo Deberny-Peignot.

Senza considerare la tecnologia, quali sono le differenze tra il disegno del passato e quello attuale?
Oggi, il design richiede un'etica di contenuti e significati, in modo che l'utilità diventa bellezza. Il mondo è diventato moderno e funzionale, mentre il passato era piuttosto un'era decorativa.

È cambiato il modo in cui la gente percepisce il disegno?
Considerando l'interior design, la differenza è chiara. Se il kitch borghese e gli stili francesi influenzarono più di una generazione, i mobili funzionali del mondo popolare del XXI secolo hanno invertito questa logica. Ikea è il simbolo principale e protagonista di questa rivoluzione. Tra le due guerre abbiamo avuto alcuni progettisti che hanno anticipato l'atteggiamento meno attivo nei confronti delle mosse architettoniche. Grazie a questa logica, il design ha raggiunto tutti e alla fine del ventesimo secolo questa esperienza estetica è diventata un fenomeno di massa.

Cosa consiglierebbe a un giovane designer?
Gli studenti dovrebbero pensare prima di agire per identificare il soggetto, il progetto e la soluzione grafica. Il lavoro cresce attraverso un continuo esercizio di critiche e di autocritiche. Un avvertimento: come principio vieto i computer dalla fase di concetto e ricerca. Lo schizzo consente di rendere ancor più originali le tue idee e di tagliarle. C'è un flusso diretto e non filtrato dal concetto alla loro rappresentazione materiale.

Come definirebbe un buon design?
Poco dopo l'apertura del Centre Pompidou, il direttore mi ha chiamato a progettare un marchio per il centro. "Disegnerò la facciata dell'edificio con la scala scorrevole", gli ho proposto. "Questa è un'idea eccellente", ha risposto. Seduto di fronte a lui, ho immediatamente disegnato il segno. Purtroppo non riuscivo a convincerlo che sarebbe stato meglio disegnarlo con cinque invece di sei piani e sono ancora infelice. In un contrassegno non è importante che l'oggetto ritratto - in questo caso l'edificio - sia riprodotto fedelmente, ma sono le sue qualità essenziali che definiscono la sua statura simbolica e il fatto che possa essere facilmente memorizzabile.

Come descriveresti il tuo disegno?
Mi sento vicino al design minimalista. Ho intitolato la mia monografia per la mostra presso il Centre Pompidou "Jean Widmer. Un etiologo dell'immagine "(Center Pompidou, 1995). Ho adottato Mies van der Rohe "meno è più" il principio [Nota: diventa un dettato noto grazie a Mies, ma era in realtà un'affermazione di Peter Behrens.] Come formula di purificazione anche nella mia vita privata.

Qual è stato il tuo gioco preferito quando eri bambino?
Quando ero un bambino, in Svizzera c'era un gioco chiamato Märklin che mi piaceva molto. Era una scatola contenente parti metalliche in metallo: ruote di diverse dimensioni, viti e dadi. Ricordo che ho costruito un trattore, una funivia, una gru ...

Grazie mille.
Grazie anche a te.

1959 Jean Widmer annuncio per le Galleries Lafayette a Parigi
 
1959 Jean Widmer annuncio per le Galleries Lafayette a Parigi
 
1959 Jean Widmer annuncio per le Galleries Lafayette a Parigi
 
1959 Jean Widmer annuncio per le Galleries Lafayette a Parigi
 
1959-1961 Jean Widmer annuncio per le Galleries Lafayette a Parig
       
1959-1961 Jean Widmer carta da regalo per le Galleries Lafayette a Parig com riminescene Dada
 
1967 Jean Widmer copertina per il periodico Jardin des Modes
 
1969 Jean Widmer copertina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-1967 Jean Widmer direttore artistico per il, periodico Jardin des modes foto di moda per Yves ain Lorent
 
1961-1967 Jean Widmer direttore artistico per il, periodico Jardin des modes foto di moda
       
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
       
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
 
1961-69 Jean Widmer pagina per il periodico Jardin des Modes
       
anni 60' Jean Widmer copertina per il periodico tedesco Twen
 
anni 60' Jean Widmer foto per il periodico tedesco Twen
 
1969 Jean Widmer manifesto per una esposizione" le design", tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1969 Jean Widmer manifesto per una esposizione" le design", tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1969 Jean Widmer manifesto per una esposizione fieristica: "fonction utiles"tenutasi al rez-de-chaussèe delle Halles de Balard per il Centre de Creation Industrielle
       
1969 Jean Widmer manifesto per una esposizione "design francais" al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1970 Jean Widmer manifesto per una esposizione "a la tables" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1970 Jean Widmer manifesto per una esposizione "le design aux halles"tenutasi al rez-de-chaussèe delle Halles de Balard per il Centre de Creation Industrielle
 
1970 Jean Widmer manifesto per una esposizione Paris costruit" tenutasi al rez-de-chaussèe delle Halles de Balard per il Centre de Creation Industrielle
 
1970 Jean Widmer manifesto per una esposizione "la rues" tenutasi al rez-de-chaussèe per il Centre de Creation Industrielle
       
1970 Jean Widmer bozzetti per manifesto per una esposizione fieristica: "la rue "
 
1970 Jean Widmer bozzetti per manifesto per una esposizione fieristica: "la rue "
 
1970 Jean Widmer manifesto per una esposizione "l'enfant" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1970 Jean Widmer manifesto per una esposizione "jouer aux Halles" tenutasi al rez-de-chaussèe delle Halles de Balard per il Centre de Creation Industrielle
 
1971 Jean Widmer manifesto per una esposizione "piable empiable" al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
       
1971 Jean Widmer manifesto per una esposizione "lluminaire" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1972 Jean Widmer manifesto per una esposizione "outilage" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
Jean Widmer bozzetto per il manifesto per una esposizione "france is colur"
 
1972 Jean Widmer manifesto per una esposizione "prèparation du repas" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1972 Jean Widmer manifesto per una esposizione "le vetent" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
       
1973 Jean Widmer manifesto per una esposizione "modèles rèduit" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1973 Jean Widmer manifesto per una esposizione "modèles rèduit" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1974 Jean Widmer manifesto per una esposizione "le rangement" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle
 
1972-78 Jean Widmer pittogrammi per la segnaletica di animazione turistica delle autostrade francesi
 
1972-78 Jean Widmer pittogrammi per la segnaletica di animazione turistica delle autostrade francesi
       
1972-78 Jean Widmer pittogrammi per la segnaletica di animazione turistica delle autostrade francesi
 
1972-78 Jean Widmer pittogrammi per la segnaletica di animazione turistica delle autostrade francesi
 
1972-78 Jean Widmer studi per un pittogramma per la segnaletica di animazione turistica delle autostrade francesi
 
1972-78 Jean Widmer pittogramma per la segnaletica di animazione turistica delle autostrade francesi
 
1972-78 Jean Widmer pittogramma per la segnaletica di animazione turistica delle autostrade francesi
       
1972 Jean Widmer marchio perPrintemp Brummell
 
1973 Jean Widmer segnaletica per la metropolitana di Parigi
 
1974 Jean Widmer marchio per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer genesi del marchio per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer sudi del marchio per il Centre Ponpidou di Parigi
       
1974 Jean Widmer sudi del marchio per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer e Adrian Futiger carattere CRP per la segnaletica, per il Centre Georges Pompidou a Parigi
 
1974 Jean Widmer e Adrian Futiger carattere CRP per la segnaletica, per il Centre Georges Pompidou a Parigi
 
1974 Jean Widmer segnaletica esterna per il Centre Ponpidou di Parigi
 

1974 Jean Widmer segnaletica esterna dei neon con i vari colori che servono da guida ai visitatori per il Centre Ponpidou di Parigi

       
1974 Jean Widmer segnaletica interna per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer pannelli segnaletica integata nel Forum per il Centre Georges Pompidou a Parigi
 
1974 Jean Widmer segnaletica interna per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer segnaletica interna per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer pannelli segnaletica generale all'entrea del BPI e del MAM per il Centre Georges Pompidou a Parigi
       
1974 Jean Widmer e Ernst Hiestand segnaletica, fascio luminoso permanente per il Centre Georges Pompidou a Parigi
 
1974 Jean Widmer manuale di identità visiva per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer manuale di identità visiva per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer pieghevoli coi vari colori dei dipartimenti per il Centre Ponpidou di Parigi
 
1974 Jean Widmer pieghevoli coi vari colori dei dipartimenti per il Centre Ponpidou di Parigi
       
1975 Jean Widmer manifesto per una esposizione "du bauhauas à l'industrie Wilhelm Wagensfeld" tenutasi al Centre de Creation Industrielle del Centre Georges Pompidou
 
1975 Jean Widmer manifesto per una esposizione "couleur" tenutasi al Pavillon de Marsan al Louvre per il Centre de Creation Industrielle del Centre Georges Pompidou
 
1980 Jean Widmer manifesto per una esposizione "Kieler Woche" tenutasi al Centre Georges Pompidou
 
1985 Jean Widmer manifesto per una esposizione "le cubisme costruction et papies collèe 1915 -1919" tenutasi alla Sale des Art Grapphiques del Centre Georges Pompidou
 
1988 Jean Widmer manifesto per una esposizione "Pisunvic" tenutasi al Centre de Creation Industrielle del Centre Georges Pompidou
       
1988 Jean Widmer manifesto per una esposizione "Berlin" tenutasi al Centre de Creation Industrielle del Centre Georges Pompidou
 
1990 Jean Widmer manifesto per una esposizione "Raymond Loewy un pioner du design americane" tenutasi al Centre de Creation Industrielle del Centre Georges Pompidou
 
1990 Jean Widmer manifesto per una esposizione "Jean Prouvè constructrur" tenutasi al Centre de Creation Industrielle del Centre Georges Pompidou
 
1992 Jean Widmer manifesto per una esposizione "maifste 30 ans de creation en prespective 2960-1990r" tenutasi al Centre de Creation Industrielle del Centre Georges Pompidou
 
1990 Jean Widmer manifesto per il Museum für Gestaltung di Basilea
       
1992 Jean Widmer manifesto per l' observatoire International des prisons
 

1994 Jean Widmer manifesto per 5° festival d'afiches de Chaumont

 

1994 Jean Widmer manifesto per 5° festival d'afiches de Chaumont

 
1995 Jean Widmer manifesto per una esposizione "la dèportation le système concentrationnaire nazi" tenutasi al Musèe d'histoire contemporaine EDIC al hotrl national des invalides a Parigi
 

1986 Jean Widmer marchio per il Musée d’Orsay a Parigi

       

1986 Jean Widmer marchio per il Musée d’Orsay a Parigi

 

1986 Jean Widmer marchio per il Musée d’Orsay a Parigi

 

1987 Jean Widmer marchio per il Theatre National de la Coline

 

1987 Jean Widmer marchio per il Theatre National de la Coline

 

1987 Jean Widmer marchio sulla facciata del Theatre National de la Coline

       
1987 Jean Widmer marchio per l' Istitut du monde arabe a Parigi
 
1974- 1977Jean Widmer sergnaletica dell' aeroporto Charles de Gaulle a Parigi
 
1974- 1977Jean Widmer e il carettere di Adrian Futiger per la sergnaletica dell' aeroporto Charles de Gaulle a Parigi
 
1974- 1977Jean Widmer e il carettere di Adrian Futiger per la sergnaletica dell' aeroporto Charles de Gaulle a Parigi
 
2007Jean Widmer serigrafia per il Centre Georges Pompidou

torna su

grafica expo web stampa arte photo mappa bibliolink home  

sito ottimizzarto per 1024 x 768 px


webmaster Aldo Gorlaaa