BRUNO MUNARI


Bruno Munari

Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 - 30 settembre 1998), è stato uno dei massimi protagonisti del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell'espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del gioco, dell'infanzia e della creatività

« Quando qualcuno dice:
questo lo so fare anch'io,
vuol dire
che lo sa rifare
altrimenti
lo avrebbe già fatto prima. »

(Bruno Munari, Verbale scritto, 1992)


Bruno Munari a 6 anni

 

LA BIOGRAFIA
Nato a Milano nel 1907,Bruno Munari passò l'infanzia e l'adolescenza a Badia Polesine, un paese della campagna veneta sulle rive del fiume Adige, dove i genitori si trasferirono.
Qui, tra le macchine costruite dal l'uomo per interagire con una natura mutevole nelle forme, nei colori e nel movimento, Munari bambino arricchisce la sua esperienza di stimoli e suggestioni che saranno per lui una fonte sempre viva di ispirazione.

A diciotto anni torna a Milano e, nel 1925, grazie all'aiuto dello zio ingegnere, comincia a lavorare come grafico.
Le sue prime creazioni pubblicate su varie riviste dell’epoca risalgono al 1926 e sono firmate "bum", perché in quel periodo Munari si faceva chiamare così.

munari ritratto
Bruno Munari

Nel 1927 cominciò a frequentare Marinetti e il movimento futurista, esponendo con loro in varie mostre.
tra il 1927 e il 1933 partecipa alle collettive della galleria Pesaro, oltre che alle Biennali e alle Quadriennali degli anni Trenta.
La sua attività artistica spazia dalla pittura al collage, alla grafica, al design, alle opere polimateriche.
1928 scrive con Aligi Sassu il Manifesto della pittura "dinamismo e forza muscolare"
Nel 1930 crea la sua prima "macchina aerea", che anticipa le "macchine inutili", costruzioni del tutto astratte, sospese o appoggiate a terra.
Nello stesso anno si associa anche con Ricas (Riccardo Castagneri) e con il marchio R+M i due artisti produrranno grafica pubblicitaria fino al 1938.
Nel 1933 Munari allestisce la sua prima personale alla Galleria delle Tre Arti, a Milano. L’anno seguente compare tra i firmatari del "Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista" e nel 1935 realizza una serie di dipinti astratti.
Nel 1934firma con Manzoni, Ricas, Furlan e Regina il Manifesto tecnico della aeroplastica futuristra.
Nella seconda metà degli anni Trenta entra in rapporto con gli artisti del Milione, galleria in cui esporrà gli "oggetti metafisici" nel 1940.
Negli stessi anni si avvicina anche al gruppo di "Valori Primordiali", firmandone il Manifesto.
Durante un viaggio a Parigi, nel 1933, incontrò Louis Aragon e André Breton, che gli diedero l'idea delle "macchine inutili".
Nel 1942 pubblica un libro sulle "macchine inutili" e nel 1947 comincia a costruirle in serie.
Dal 1939 al 1945 lavora come grafico per Mondadori ed è art-director della rivista "Tempo".
Nel 1945, con il medesimo editore, comincia la sua serie di libri per bambini che, pensati per il figlio Alberto, vengono poi tradotti in tutto il mondo.
Dopo la seconda guerra mondiale Munari realizza la sua prima opera cinetica (Ora X), prodotta come multiplo da Danese nel 1963
Nel 1948, insieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati, fondò il Movimento Arte Concreta e nel 1958 venne sciolto.
Nel 1951 Munari realizza i suoi Negativo - Positivo e conduce ricerche sulla luce polarizzata (1953).
Dal 1952 comincia a produrre giocattoli in gommapiuma, portaceneri cubici, lampade di maglia e firma il "Manifesto del Macchinismo".
Realizza una prima fontana per la Biennale di Venezia e altre ancora fino a quella di Tokio del 1965.
Due Compassi d'oro (1954 e 1955), testimoniano la novità del design dei suoi prodotti alla vigilia della collaborazione (1957) con la ditta Danese per cui creerà famiglie di oggetti famosi in tutto il mondo ( Portacenere cubico, lampade).
Nel periodo 1956-1958 realizza in cartone pieghevole le prime Sculture da viaggio e nel 1961 le sculture a elementi componibili Strutture continue. In questo periodo si intensificano i viaggi all'estero e soprattutto in Giappone per evidenti affinità culturali.
Nel 1962 organizza per la Olivetti la famosa mostra di arte programmatae nel 1968 é presente alla Triennale di Milano con un progetto di ambiente abitabile minimo ( con Ferges Davanzati e Ranzoni).

 


Bruno Munari

 

Negli anni Sessanta divennero sempre più frequenti i viaggi in Giappone, verso la cui cultura Munari sentiva un'affinità crescente, trovandovi precisi riscontri del suo interesse per la natura, la simmetria, il disegno delle abitazioni.

Nel 1970 /'71 progetta per la ditta Robots l'Abitacolo, una struttura abitabile e trasformabile per bambini che vincerà nel 1979 il Compasso d'oro.
L'Abitacolo é solo il primo di una serie di oggetti (librerie, divanetti ecc.), ideati e prodotti ancora oggi.
A questi si affiancano libri pensati per i bambini e gli insegnanti ( Premio Andersen 1974 per il miglior autore per l'infanzia) e nel 1977
Nel 1977, a coronamento del dell'interesse costante verso il mondo dell'infanzia, presso la Pinacoteca di Brera a Milano, creò il primo dei "Laboratori per l'infanzia"il primo laboratorio per bambini in un museo .

Dopo vari e importanti riconoscimenti in onore della sua attività vastissima.
Per citarne solo al cuni : il premio della Japan Design Foundation (1985), quello dell'Accademia dei Lincei per la grafica (1988), il premio Spiel Gut di Ulm ( 1971, 1973, 1987) e, nel 1989, la laurea ad honorem in architettura dall'Università di Genova.

Munari realizzò la sua ultima opera pochi mesi prima di morire a 91 anni il 30 settembre 1998 a Milano sua città natale.


BRUNO MUNARI E IL FUTURISMO

 


Bruno Munari in una foto di Cesare Andreoni


IL MANIFESTO DELLA PITTURA FUTURISTA

Il Manifesto della pittura "dinamismo e forza muscolare" fu scritto da Bruno Munarie con Aligi Sassu nel 1928

"IL DINAMISMO non annulla la materia ma la spezzetta, la seziona, la sfuma.

Un corpo in movimento crea una traiettoria composta da tante parti del corpo stesso sfumato in gradazione dal nucleo soggettivo, resta ancora però il nucleo soggettivo non del tutto annullato, che conserva ancora una forma di realtà e che dà al corpo nuove forme.

SOLTANTO LE GRANDI VELOCITÀ RIDUCONO LA MATERIA A UN AMMASSO NEBULOSO, FILIFORME, AFORME, CHE LO SFORZO MNEMONICO NON PU" AFFERRARE.

Il meraviglioso GENIO del Grandissimo BOCCIONI ha scoperto per primo la legge del dinamismo, egli però annulla la materia oppure la diluisce nell’atmosfera. Con le nostre ricerche noi siamo giunti a questa conclusione che:

UN UOMO, UN CAVALLO, UNA BICICLETTA, NON POSSONO RAGGIUNGERE LA VELOCITÀ CHE LI TRASP[O]RTA FINO AL QUASI TOTALE ANNULLAMENTO.

Perciò nel DINAMISMO un corpo conserva la forma più o meno delineata e trasformata dal corpo stesso moltiplicato per le linee dinamiche.
Il DINAMISMO dev’essere la prima e più importante cosa ad esser studiata dai pittori Futuristi, potendo applicarlo a qualunque st[i]le Futurista.

IL DINAMISMO PRENDE LE FORME DELL’ESSERE A CUI DÀ VITA.

Creiamo quindi una nuova teoria (Dinamismo e riforma muscolare), ove si comprenda non solo le linee Dinamiche, che conservando le linee DINAMICHE, non tornerà ad essere passatista, ma sarà anzi più futurista essendo il corpo dinamico una fantastica creazione dello spirito artistico.

ABBIAMO COSÌ CREATO LA "RIFORMA MUSCOLARE" CON CUI UNA NUOVA MUSCOLATURA E UNA NUOVA MUSCOLATURA APPLICATA ALLA FORMA DEL SOGGETTO TRATTATO E UNA NUOVA COMPOSIZIONE PROSPETTICA OTTENIAMO DEGLI ESSERI CHE CONSERVANO ANCORA QUALCHE FORMA UMANA, MA HANNO UNA NUOVA MUSCOLATURA, PIÙ POTENTE E PIÙ DINAMICA, OTTENENDO FORME DINAMICHE NUOVE E MECCANIZZANDOLE ANCHE IN UNA VISIONE SINTETICA ANTIPROSPETTICA, ABOLENDO QUINDI LA PROSPETTIVA NATURALE.

Naturalmente queste figurazioni fantastiche, devono avere tinte pure fantastiche, antinaturali adatte all’ambiente in cui vivono, e secondo lo spirito creatore. CON LA "RIFORMA MUSCOLARE" POTREMO CREARE UN MONDO MECCANICO, ANIMALE, E VEGETALE, COMPLETAMENTE NUOVO ED ORIGINALE.

SALIRE, SALIRE. Dobbiamo superarci continuamente. CREARE, CREARE.

SOLTANTO COSÌ SI FORZERANNO LE PARETI DELLA SCONFINATA FANTASIA DOVE VI SONO LE PIÙ BELLE AURORE E I PIÙ BEI TRAMONTI"

 


1929, ottobre. Inaugurazione della Mostra "Trentatrè Futuristi" tenutasi alla Galleria Pesaro di Milano.
Il terzo da sinistra, in piedi, è Tullio d'Albisola, il nono Nicolay Diulgheroff, il dodicesimo, in prima fila, Prampolini, con accanto Bruno Munari.
Seduti vi sono Filippo Tommaso Marinetti, a sinistra, e Fillia a destra



MANIFESTO TECNICO DELLA AEROPLASTICA FUTURISTA


firmato nel 1934 Bruno Bunari insieme a Manzoni, Ricas, Furlan e Regina.
durante la presentazione della mostra ;"Scelta futuristi venticinquenni. Omaggio deifuturisti venticinquenni al venticinquennio del futurismo" tenuta a Milano nel 1934, dal 4 al 18 marzo presso la Galleria delle 3 Arti Munari declama i Manifesto Tecnico dellla aeroplastica futurista.


[..]Esempio: si vola, indubbiamente esiste una emozione del volo (come una volta esisteva una commozione di fronte a un tramonto) l'emozione del volo è autonoma, non assomiglia a nessun'altra emozione; ebbene quale arte all'infuori della nostra aeropittura che esprime già molto, esprime oggi questa emozione? Zero cari passatisti.

E' nella logica normale affermare che solo i futuristi potevano risolvere la questione. Hanno lo spirito adatto e sentono profondamente questa epoca in cui vivono; essi dopo aver volato studiato analizzato le nuove bellissime emozioni sono in grado di regalarvi le loro scoperte affermando che vivono questi importantissimi elementi sufficientissimi per creare una nuova arte: 
. Senso cinepanoramico a sorpresa del volo. 
. Ebrezza dello spazio e dei volumi d'aria (colore calore densità umidità ecc.). 
. Estetica e ritmo della smaterializzazione della materia. 
. Tattilismo aeroplastico polimaterico. 
. Senso meccanico allo stato puro (macchina = arte, cioè invenzione di macchine inutili). 
. Approfondimento nell'universo materiale (realtà) e spirituale (creazione). 

Per cui ci siamo detti: urge una nuova arte! (naturalmente urge per noi sensibili ché tanto il pubblico se ne frega che si possa trasmettere una nuova sensibilità come non avrà certamente organizzato magnifici festeggiamenti al sig. Newton quando scoprì la forza di gravità). Questa nuova arte senza a maiuscola e se volete senza anche la parola arte (che molti applicano con la massima facilità creando l'Arte di radersi, l'Arte di cuocere le uova ecc. ma esitano ad applicarla ad un nuovo autentico fatto artistico) questa nuova sensibilità ha bisogno per esprimersi di una manifestazione al di là della pittura e della scultura, che contenga in sintesi, del cinema (senso cinepanoramico) del ritmo, della materia, dell'aria e dello spazio. 

Questa nuova espressione noi la chiamiamo aeroplastica futurista o anche progetto di paesaggio (ricostruzione combinazioni di paesaggi) poiché saranno complessi plastici polimaterici tattili da viaggiarvi dentro, saranno progetti di paesaggio da volarvi dentro anche solo con la fantasia, questo aeroplano senza motore della realtà; per mezzo dei nostri plastici polimaterici noi vogliamo dare a chi guarda la possibilità di entrare a far parte della nostra opera come trovandosi in aeroplano fa parte del paesaggio in cui vola. 

Di conseguenza la nostra insuperabile fantasia ottimista ci suggerisce: ambienti aeroplasitici termici tattili olfattivi ecc. case quartieri città non più a vanvera ma disposti in senso plastico polimaterico tattile luminoso fumigante coloratissimo deviando fiumi costruendo boschi laghi prati aria acqua terra secondo i nuovi progetti di paesaggio[...] 

Segue la mostra un ricco programma di incontri, tra questi il 18 marzo 1934 Marinetti, Munari e Masnata sostengono un dibattito sulle "macchine inutili" e sulla radio futurista. 

Nel foglio catalogo Munari scrive questa nota: 
Bisogna infischiarsene altissimamente delle polemiche - se vi sentite artisti, bene, se non lo siete e volete esserlo datevi alla pastorizia - GUARDARSI ATTORNO se si vuole essere sinceri con la propria coscienza artistica - l'opera d'arte non ha bisogno di lettere di raccomandazione: è o non è, porca miseria non dite "bisognerebbe far così": fatelo se siete convinti; fate come noi: "noi lavoriamo cantando".

 


1938 Bruno Munari in costume

 


INTERVISTA A BRUNO MUNARI SUL FUTURISMO

Come è stato il tuo rapporto con i futuristi?

Un rapporto molto amichevole. Un rapporto di reazione a una società da rifiutare e, nello stesso tempo, prova per vedere se c'è qualcosa che può essere utilizzato. Uno sbaglio che ho notato nei futuristi, credo che sia uno sbaglio, è quello di cercare di esaltare il dinamismo con delle tecniche statiche.
Se io faccio una scultura che vuol significare velocità però è ferma... sarà bella sotto altri aspetti, ma è sbagliata. Io devo prendere il cinema perché è una tecnica di movimento. 
Cioè mi pare che abbiano sbagliato a usare tutti quegli elementi compositivi che erano degli stereotipi mentali.
Per esempio, quella scultura di Boccioni «Muscoli in velocità» è una statua ferma; mentre se io faccio una cosa che si muove, quella mi dà l'idea della mutazione.
 

I futuristi come hanno accolto le tue macchine? 

Non molto bene. A Marinetti dava fastidio il titolo. Perché «macchina inutile»? Macchina, splendore! 

Che rapporto hai avuto con Marinetti? 
Lo vedevo ogni tanto perché lui stava a Roma. Qualche volta veniva a Milano per tenere insieme i futuristi, poi andava in altre città e faceva lo stesso e organizzava mostre. Una delle ultime mostre futuristiche è stata fatta alla Galleria Pesaro che era in Via Manzoni. 
Ho partecipato anch'io con una sala dove ho esposto una decina di opere... e non sono più tornate a casa

(tratto da A colloquio con Bruno Munari, a cura di Silvana Sperati in C'era due volte... Munari o della creatività, Rivista del Centro Studi Gianni Rodari N. 8 Anno IV Sett. 1997)


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Bruno Munari con la sua "macchina aerea"

 




BRUNO MUNARI E IL MAC (Movimento Arte Concreta)

Il Movimento per l'arte concreta, o MAC, fu un movimento artistico fondato a Milano nel 1948 da Atanasio Soldati, Gillo Dorfles, Bruno Munari e dall'’architetto e designer Gianni Monnet.

Il fine del MAC era di promuovere l'arte non figurativa, ed in particolare un tipo di astrattismo libero da ogni imitazione e riferimento con il mondo esterno, rifiutando qualsiasi contatto con le forme della natura e dell'ambiente, da cui prendevano invece avvio le ricerche 'astratte'.di orientamento prevalentemente geometrico.
In questo senso il nome del movimento si rifà ad una accezione del termine "concreto"

Il MAC esordì con una mostra collettiva tenuta alla Libreria Salto di Milano il 22 dicembre 1948, presentata da Marchiori, in cui viene esposta la "prima cartella di arte concreta" con dodici stampe a mano astratte di Dorazio, Dorfles, Fontana, Garau, Mino Guerrini, Mazzon, Monnet, Munari, Perilli, Soldati, Sottsass e Veronesi.

Negli anni seguenti, il Movimento si struttura con una rete organizzativa diffusa in varie città, oltre Milano, come Torino, Genova, Firenze, e comprendente non solo pittori o scultori, ma anche architetti, industrial designers, grafici.
Quest'ultima caratteristica del MAC può essere messa in relazione con la molteplicità di interessi di due figure come quelle di Dorfles e di Munari.

Successivamente alla sua fondazione aderirono al movimento: Gianni Bertini,Ferdinando Chevrier, Franz Furrer, Salvatore Garau, Mario Nigro, Galliano Mazzon, Luigi Veronesi, Luiso Sturla.
Fra gli architetti che aderironoal MAC : Attilio Mariani, Carlo Perogalli, Tito Varisco, Roberto Menghi, Marco Zanuso,Mario Ravegnani, Carlo Paccagnini, Vittoriano Viganò. Ebbero rapporti con il MAC anche i giovani pittori romani Accardi, Dorazio, Perilli, che daranno vita al gruppo Forma 1.

Il MAC si sciolse nel 1958.

 


1952 artisti del gruppo MAC, da sinistra a destra dierto
Regina Macchi, Saito, Luigi Veronesi, Gianni Bettini, Bruno Munari, Mimmo Salvatore, Giuliano Mazzon,
da sinistra a destra davanti, Gianni Monet, Gillo Dorfles, Giuseppe Saito



1947 Bruno Munari "ricerca della comodità" uso di una poltrona


1947 Bruno Munari patocolare "ricerca della comodità" uso di una poltrona

 

LE OPERE
La vulcanica produzione "artistica" in senso stretto di Munari, apparsa in più di 200 mostre personali e 400 mostre collettive, è un pout-pourri di tecniche, metodi e forme.
Negli anni del fascismo, Munari lavorò principalmente come grafico nel campo del giornalismo, realizzando le copertine di diverse riviste: nel frattempo, espose con i futuristi alcuni dipinti, dedicandosi a opere via via meno convenzionali, come la "tavola tattile" (1931), la "macchina aerea" (1930), le "macchine inutili" (1933), i collage (1936), il mosaico per la Triennale di Milano (1936), le strutture con elementi oscillanti (1940).

 


Bruno Munari

 


Negli anni '40 e '50, cominciò a delineare alcune linee guida della sua esplorazione:
l'arte cinetica (le lancette di "Ora X", del 1945)
la luce (le fotografie del 1950, i "Negativi positivi" del 1948, gli esperimenti con luce polarizzata del 1954)
il gioco (i "Giocattoli d'artista" del 1952)
gli oggetti immaginari (le "Scritture illeggibili di popoli sconosciuti", del 1947, il "Museo immaginario delle isole Eolie" a Panarea del 1955, le"Forchette parlanti" del 1958, i "Fossili del 2000" del 1959)
la natura e il caso ("Oggetti trovati" del 1951, "Il mare come artigiano"del 1953).

 


1990 Bruno Munari con "tensione e compressione"

 


Nel 1949 iniziò a realizzare i "libri illeggibili", a metà fra editoria e arte visiva, in cui esplorò le possibilità materiche, visive e tipografiche del libro (la serie continuò fino al 1988), mentre del 1954è la sua fontana per la Biennale di Venezia.
Negli anni '60, grazie all'adozione di tutte le nuove tecnologie disponibili al grande pubblico (proiettori, fotocopiatrici, cineprese), l'attività artistica di Munari divenne un'enciclopedia dell'arte fai-da-te, dove ogni opera conteneva l'implicito messaggio per l'osservatore "prova anche tu": xerografie, studi sul movimento, fontane, strutture flessibili, illusioni ottiche, film sperimentali ("I colori nella luce", del 1963, comprendeva musiche di Luciano Berio). Nel 1962 organizzò la prima esposizione di arte programmata, presso il negozio Olivetti di Milano.
Durante gli anni '70, dato il maggiore interesse rivolto alla didattica vera e propria e alla scrittura, la produzione artistica in senso stretto si andò diradando, per riprendere solo alla fine del decennio. Nel 1979 realizzò uno spettacolo di luce per il Teatro comunale di Firenze.
Negli anni '80 e '90 Munari proseguì nell'esplorazione di tutti i temi già delineati in passato, con la stessa giovanile disinvoltura, ma diradando le opere per via dell'età ormai avanzata.
Nelle ultime opere si va accentuando la dimensione privata, che ha un riscontro parallelo nella vasta produzione di libri a tiratura limitata stampati con Maurizio Corraini per amici e bibliofili.

IL DESIGN INDUSTRIALE
« Un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada. - Noi non facciamo lampade, signore. - Vedrete che le farete. E così fu. »
(Bruno Munari, a proposito della lampada Falkland)

 


1953 Bruno Munari con la scimma Zizi



Come libero professionista, Munari ha disegnato dal 1935 al 1992 diverse decine di oggetti d'arredamento (tavoli, poltrone, librerie, lampade, posacenere, carrelli, mobili combinabili, ecc.), la maggior parte dei quali per Bruno Danese.
E proprio nel campo del disegno industriale Munari ha creato i suoi oggetti di più grande successo, come il giocattolo scimmia Zizi (1953) (fotografia), la "scultura da viaggio"pieghevole, per ricreare un ambiente estetico familiare nelle anonime camere d'albergo (1958) (fotografia), il portapenne Maiorca e il posacenere Cubo (1958) (fotografia), la celebre lampada Falkland (1964) (fotografia), l'Abitacolo (1971) (fotografia) e la lampada Dattilo (1978) (fotografia).
Oltre alla progettazione di oggetti d'arredamento, Munari realizzò anche allestimenti di vetrine (La Rinascente, 1953), abbinamenti di colori per le vernici delle automobili (Montecatini, 1954), elementi espositivi (Danese, 1960, Robots, 1980), e persino dei tessuti (Assia, 1982). A 90 anni, firmò la sua ultima opera, l'orologio "Tempo libero" Swatch, del 1997.

 


Bruno Munari



Che cos'è un abitacolo Bruno Munari per Robots di Milano, Domus n.466, marzo 1971


“Che cos'è un ABITACOLO? Negli aerei monoposto è il posto del pilota, contenete comandi e strumenti, spazio che nei grandi aerei diventa la cabina di pilotaggio. Nelle automobili di ogni tipo è lo spazio che accoglie le persone. Nelle astronavi è lo spazio che accoglie gli astronauti con tutto il necessario per vivere e controllare la navigazione. Abitacolo è lo spazio abitabile in misura essenziale. In modo figurativo è anche l'intimo recesso individuale, è il luogo interno dove è situato tutto ciò che forma il proprio mondo. Nelle case degli adulti, non tutti i ragazzi hanno una camera tutta per loro che possono trasformare e arredare a piacere. Molti altri hanno solo un letto, un tavolo, una sedia, un posto per i libri, gli abiti in una valigia come ho avuto io stesso per parecchio tempo. Non hanno un abitacolo dove potersi isolare, dove poter studiare, meditare, scrivere, leggere, dormire, ascoltare la loro musica, conversare con gli amici.
Da questa esigenza nasce questo Abitacolo, il quale intende risolvere il problema, per ora, sia dal lato strutturale che da quello estetico, e, non meno importante, da quello economico.
Abitacolo è una struttura di acciaio ridotta alla sua essenza. Il modulo è di venti centimetri con tutti i suoi sottomultipli, il che permette la massima combinabilità.
Questa struttura di acciaio saldato è plastificata con resine epossidiche a 200 gradi. Il suo colore è grigio molto chiaro.
La struttura base porta un tavolo, regolabile in altezza e inclinazione. Quattro mensole per libri, di ottanta centimetri ognuna, sono agganciabili dove si vuole. Due superfici di ottanta per centonovanta possono essere fissate a qualunque altezza sui quattro montanti, che sono anche quattro scale per salire sui piani. Bastano otto galletti a vite.
Il montaggio è molto semplice, non occorrono istruzioni.
Due cesti metallici si possono agganciare dove si vuole, per mettere ogni cosa. Una ventina di ganci per appendere tutto
dove si vuole.
Il tutto pesa 51 chili.
L'insieme è solido come se fosse saldato; anche un adulto grasso e antipatico può salire sull'Abitacolo senza sfondarlo, anzi dalle prove risulta che l'Abitacolo può portare anche venti persone.
Non è stato ancora stabilito il prezzo di questo Abitacolo, ma certamente costerà meno di un tavolo, quattro metri di libreria, un mobiletto contenitore di oggetti, due letti e quattro scale. Senza calcolare che Abitacolo è assolutamente neutro, non impone una sua estetica essendo solo una struttura essenziale, anzi si pensa a qualunque adattamento o trasformazione che l'ambiente voglia fare, rendendosi sempre più invisibile secondo l'invadenza dell'ambiente”.
Bruno Munari

 


1971 Bruno Munari Abitacolo

 

I LIBRI E LA GRAFICA INDUSTRIALE
La produzione editoriale di Munari si estende per settant'anni, dal 1929 al 1998, e comprende libri veri e propri (saggi tecnici, poesie, manuali, libri "artistici", libri per bambini, testi scolastici), libri-opuscolo pubblicitari per varie industrie, copertine, illustrazioni, fotografie. In tutte le sue opere, è presente un forte impulso sperimentale, che lo spinge a esplorare forme insolite e innovative a partire dall'impaginazione, dai Libri illeggibili senza testo, all'ipertesto ante litteram di opere divulgative come il famoso Artista e designer (1971). Alla sua vasta produzione come autore vanno aggiunte infine le numerose copertine e illustrazioni per libri di Gianni Rodari, Nico Orengo e altri.

 


Bruno Munari mentre realizza un protipo di un libro


Per valutare l'impatto che l'opera di progettazione di Munari ha avuto sull'immagine della cultura in Italia, si può prendere ad esempio l'opera per l'editore Einaudi. Munari realizzò con Max Huber tra il 1962 e il 1972 la grafica delle collane Piccola Biblioteca (con il quadrato colorato in alto), Nuova Universale (con le strisce orizzontali rosse), Collezione di poesia (con i versi su fondo bianco in copertina), Nuovo Politecnico (con il quadrato rosso centrale), Paperbacks (con il quadrato blu centrale), Letteratura, Centopagine, e delle opere in più volumi (Storia d'Italia, Enciclopedia, Letteratura italiana, Storia dell'arte italiana). Tra le altre realizzazioni grafiche di grande successo, si ricordano la Nuova Biblioteca di Cultura e le Opere di Marx-Engels per Editori Riuniti, e due collane di saggi per Bompiani.

 


Bruno Munari

 

GIOCHI E LABORATORI
C'è sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri."
(Bruno Munari, Fantasia, 1977).

Fra questi si ricordano:

Le costruzioni in legno "Scatola di architettura" per Castelletti (1945)
I giocattoli Gatto Meo (1949) e Scimmietta Zizì (1953) per Pirelli
Dal 1959 al 1976, svariati giochi per Danese (Proiezioni dirette, ABC, Labirinto, Più e meno, Metti le foglie, Strutture, Trasformazioni, Dillo coi segni Immagini della realtà)
Primo laboratorio per bambini all'Accademia di Brera di Milano (1977)
Laboratorio "Giocare con l'arte" al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza (1981)
I laboratori per bambini del Kodomo no shiro (Castello dei bambini) di Tokyo (1985)
Il "Libro letto", trapunta scritta che è sia libro che letto (1993) per Interflex

I Laboratori per bambini l'esperienza di "Museo vivo"
Giocare è una cosa seria! 
I bambini di oggi sono gli adulti di domani 
aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi 
aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi 
aiutiamoli a diventare più sensibili. 
Un bambino creativo è un bambino felice!
Bruno Munari 1986

 


Bruno munari e i laboratori visivi per bambini

 

Giocare con l'arte. L'idea viene sviluppata nel corso di una serie di seminari promossi da Franco Russoli, Soprintendente alla Pinacoteca di Brera, per la progettazione di un "Museo vivo".
L'anno seguente, nel 1977, nasce il primo laboratorio nella stessa Pinacoteca. "L'unico problema che abbiamo - diceva Munari - è quello di non lasciarci travolgere dai bambini, che non smetterebbero mai di giocare, di scoprire nuove cose, attraverso tutte le loro potenzialità sensoriali. Senza limitazioni di alcun tipo".

Lo spirito di fondo che ha animato, sin dall'inizio, il progetto dei laboratori "giocare con l'arte" di Bruno Munari è quello di promuovere l'esperienza diretta dell'attività artistica per mezzo di attività concrete:


- Ritrovare l'Azione 
- Esplorare le Variazioni 
- Misurare i Limiti 
- Moltiplicare i Punti di vista
- Cambiare le Dimensioni
-Trasformare l'Organizzazione 
- Ricercare le Analogie
- Spiazzare le Abitudini





Bruno munari e i laboratori visivi per bambini

 


PREMI E RICONOSCIMENTI
Premio "Compasso d'Oro" dell'Associazione per il Disegno Industriale (1954, 1955, 1979)
Medaglia d'oro della Triennale di Milano per i libri illeggibili (1957)
Premio Andersen come miglior autore per l'infanzia (1974)
Menzione onorevole dell'Accademia delle Scienze di New York (1974)
Premio grafico Fiera di Bologna per l'infanzia (1984)
Premio della Japan Design Foundation, "per l'intenso valore umano del suo design" (1985)
Premio Lego "per il suo eccezionale contributo allo sviluppo della creatività nei bambini" (1986)
Premio dell'Accademia dei Lincei "per l'attività grafica" (1988)
Premio "Spiel Gut" di Ulm (1971, 1973, 1987)
Laurea honoris causa in architettura dall'Università di Genova (1989)
Socio Onorario dell'Accademia di Brera - Premio Marconi (1992)
Cavaliere di Gran Croce (1994)
"Compasso d'oro" alla carriera (1995)
Membro onorario della Harvard University

LIBRI DI BRUNO MUNARI
Tavolozza di possibilità grafiche, con Ricas - Muggiani editore (1935)
Fotocronache di Munari - Domus (1944)
Supplemento al dizionario italiano - Carpano (1958)
Le forchette di Munari - La Giostra (1958)
La scoperta del quadrato - Scheiwiller (1960)
Teoremi sull'arte - Scheiwiller (1961)
Vetrine negozi italiani - Editrice L'ufficio moderno (1961)
Good design - Scheiwiller (1963)
La scoperta del cerchio - Scheiwiller (1964)
Arte come mestiere - Laterza (1966)
Design e comunicazione visiva - Laterza (1968)
Artista e designer - Laterza (1971)
Codice ovvio - Einaudi (1971)
La scoperta del triangolo - Zanichelli (1976)
Fantasia - Laterza (1977)
Xerografie originali - Zanichelli (1977)
Guida ai lavori in legno - Mondadori (1978)
Da cosa nasce cosa - Laterza (1981)
Il laboratorio per bambini a Brera - Zanichelli (1981)
Il laboratorio per bambini a Faenza al museo internazionale delle
ceramiche - Zanichelli (1981)
Ciccì Coccò - FotoSelex (1982)
Uno spettacolo di luce - Zanichelli (1984)
I laboratori tattili - Zanichelli (1985)
Direzione sorpresa, con Mario De Biasi - Cordani (1986)
Giochi e grafica - Comune di Soncino (1990)
Il dizionario dei gesti italiani - adnkronos libri (1994)
Il castello dei bambini a Tokyo - Einaudi (1995)
Spazio abitabile 1968-1996 - Stampa Alternativa (1996)

LIBRI PER L'INFANZIA
Movo: modelli volanti e parti staccate - Grafitalia (1940)
Mondo aria acqua terra - (1940)
Le macchine di Munari - Einaudi (1942)
Abecedario di Munari - Einaudi (1942)
Scatola di architettura - Castelletti (1945)
Mai contenti - Mondadori (1945)
L'uomo del camion - Mondadori (1945)
Toc toc - Mondadori (1945)
Il prestigiatore verde - Mondadori (1945)
Storie di tre uccellini - Mondadori (1945)
Il venditore di animali - Mondadori (1945)
Gigi cerca il suo berretto - Mondadori (1945)
Che cos'è l'orologio - Editrice Piccoli (1947)
Che cos'è il termometro - Editrice Piccoli (1947)
Meo il gatto matto - Pirelli (1948)
Acqua terra aria - Orlando Cibelli Editore (1952)
Nella notte buia - Muggiani (1956)
L'alfabetiere - Einaudi (1960)
Bruno Munari's ABC - World Publishing Company (1960)
Bruno Munari's Zoo - World Publishing Company (1963)
Nella nebbia di Milano - Emme edizioni (1968)
Da lontano era un'isola - Emme edizioni (1971)
L'uccellino Tic Tic, con Emanuele Luzzati - Einaudi (1972)
Cappuccetto Verde - Einaudi (1972)
Cappuccetto Giallo - Einaudi (1972)
Dove andiamo?, con Mari Carmen Diaz - Emme edizioni (1973)
Un fiore con amore - Einaudi (1973)
Un paese di plastica, con Ettore Maiotti - Einaudi (1973)
Rose nell'insalata - Einaudi (1974)
Pantera nera, con Franca Capalbi - Einaudi (1975)
L'esempio dei grandi, con Florenzio Corona - Einaudi (1976)
Il furbo colibrì, con Paola Bianchetto - Einaudi (1977)
Disegnare un albero - Zanichelli (1977)
Disegnare il sole - Zanichelli (1980)
I prelibri (12 libri) - Danese (1980)
Cappuccetto Rosso Verde Giallo Blu e Bianco - Einaudi (1981)
Tantagente - The Museum of Modern Art (1983)
Il merlo ha perso il becco, con Giovanni Belgrano - Danese (1987)
La favola delle favole - Publi-Paolini (1994)
La rana Romilda - Corraini (1997)
Il prestigiatore giallo - Corraini (1997)
Buona notte a tutti - Corraini (1997)
Cappuccetto bianco - Corraini (1999)

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Bruno Munari Bruno Munari Bruno Munari Bruno Munari Bruno Munari
1937 Bruno Munari copertina e impaginazione del poema di Filippo Tommaso Marinetti "Il poema del vestito di latte"
 
1937 Bruno Munari pagine interne del poema di Filippo Tommaso Marinetti "Il poema del vestito di latte"
 
1937 Bruno Munari pagine interne del poema di Filippo Tommaso Marinetti "Il poema del vestito di latte"
 
1932 Bruno Munari copertina
"l'anguria lirica"poema futurista di Tullio d'Albissola, " litolatta" litografia su supporto metallico, prefazione di Marinetti.
 
1932 Bruno Munari pagine iterne dell' "l'anguria lirica"poema futurista di Tullio d'Albissola,litografia su supporto metallico
Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari
1934 Bruno Munari "nacchnia inutile" con guscio di zucca 
ed elementi mobili 
  1938 Bruno Munari "tavola tattile" con elementi mobili , Filippo Tommaso Marinetti fu il primo a creare delle tavole tattili (famosissima la;"Sudan-Paris" ;del 1920) e scrisse il manifesto del tattilismo nel 1921.   

1933 Bruno Munari scultura "polimaterico", nel 1934 Francesco Depero scrisse " Al di là della pittura, verso i polimaterici"

 

1930 Bruno Munari "buccia di eva"

 

1929 Bruno Munari Interventi grafici di Bruno Munari 
Articolo di O. Vergani "Un pittore futurista: Munari " 
in La rivista illustrata del popolo d'Italia giugno 1929 

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1932 Bruno Munari illustrazioni per il "cantastorie Campari, con 27 figurazioni grafiche . Stampato in 1000 esemplari in cui si alternano alle poesie d'amore di Renato Simone le invenzioni visive di Munari.

 

1929 Bruno Munari "l'ospedale delle machine"

 

1929 Bruno Munari disegno per lo scritto di Filippo Tommaso Marinetti "il sugeritore nudo"

 

1929 Bruno Munari disegno per lo scritto di Filippo Tommaso Marinetti "il sugeritore nudo"

 

1929 Bruno Munari disegno per lo scritto di Filippo Tommaso Marinetti "il sugeritore nudo"

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1929 Bruno Munari disegno per lo scritto di Filippo Tommaso Marinetti "il sugeritore nudo"

 

1936 Bruno Munari pagina "previsione costruttiva" per l'Ala d'Italia

 

1936 Bruno Munari pagina "invito al turismo" per l'Ala d'Italia

 

1934 Bruno Munari copertina per l'Ala d'Italia sull' "Esposizione dell' areunautica tialianana" tenutasi al Palazzo dell'arte di Milano oggi Triennale

 

1930 Bruno Munari "Pubblicità a scoppio" bozzetto per l'Almanacco dell'Italia veloce 

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1934 Bruno Munari ceramica "la tassa delle imposte"

 

1935 Bruno Munari copèertina "la tavolozza di possibilità tipografiche"

 

1934 Bruno Munari collage "amori subaquei"

 

1936 Bruno Munari copertina "riviste e periodici di categoria"

 

1927 Bruno Munari collge "rRrR r5umore di aeroplsno"

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1933 Bruno Munari "atmosfera 1933, dopo la gerra vien la pace" pagina interna dell' Almanacco Bompiani

 

1933 Bruno Munari "atmosfera 1933, sex appeal" pagina interna dell' Almanacco Bompiani

 

1933 Bruno Munari "atmosfera 1933, arte modernal" pagina interna dell' Almanacco Bompiani

 

1932 Bruno Munari "tiro con l'arco"

 

1949 Bruno Munari "il cinema psicanalitico" publicato suln.44 di Sipario

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1930 Bruno Munari "cartina cosmica"

 

1931 Bruno Munari "infinito verticale" pubblicata come illustrazione  dell' articolo di V. Orazi  "La mostra di aeropittura" in Rivista del Popolo d'Italia

 

1936 Bruno Munari murale per la IV Triennale

 

1927 Bruno Munari "ritratto, di Luigi Russolo"

 

Bruno Munari scultura "ritratto di unn mafioso"

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1937 Bruno Munari copertina dell " almanacco antiletterario Bompiani"

 

1932 Bruno Munari scultura mobile "respiro di macchina"

 

1946 Bruno Munari scultura mobile "macchina inutile",
legno, metallo, perspex"

 

1947 Bruno Munari scultura mobile "macchina inutile",
filo di acciaio

 

1934 Bruno Munari scultura mobile da sofitto "macchina inutile"

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1948 Bruno Munari scultura mobile "macchina aritmica"

 

1950 Bruno Munari "curve negativo positio" Arte Concreta

 

1950 Bruno Munari " positivo negativo" Arte Concreta

 

1951 Bruno Munari "negativo positivo giallo rosso" Arte Concreta

 

1951 Bruno Munari "anche la cornice" Arte Concreta

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1951 Bruno Munari "compentrazion positivo negativo" Arte Concreta

 

1951 Bruno Munari "simultaneità degli opposti" Arte Concreta

 

Bruno Munari "negativo positivo " Arte Concreta

 

1990 Bruno Munari "senza titolo " Arte Concreta

 

1990 Bruno Munari "senza titolo" Arte Concreta

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1965 Bruno Munari "tetracono" scultura cinetica

 

1963 Bruno Munari "l'ora x" è probabilmente la prima opera cinetica prodotta in serie nella storia dell'arte

 

1958 Bruno Munari "scultura di viaggio" ottenuta da un unico foglio di alluminio, la scultura viene ottenuta piegando in un colpo solo il foglio, i tagli e le linee da piegare sono tracciate mediante un bagno grazie all'azione corrosiva di un acido.

 

1958 Bruno Munari "scultura di viaggio" mulitplo della valogeria Vallelunga

 

1972 Bruno Munari scultura alta 2 metri realizzata sul modello delle "sculturea di viaggio" collocata nel parco di Portofino

       

1961 Bruno Munari mulltiplo Aconà Bicombì gioco per Danese, nata in origine come scultura e frutto delle esplorazioni di Munari sul tema del multiplo, Aconà Biconbì venne prodotto come “gioco” per la prima volta da Danese nel 1961.

 

1961-1965 Bruno Munari scultura mulltiplo Aconà Bicombì

 

1961-1965 Bruno Munari scultura mulltiplo Aconà Bicombì

 

1961-1965 Bruno Munari scultura mulltiplo Aconà Bicombì in cartoncino

 

1963 Bruno Munari film sperimentale della durata di 5'30" "I colori della luce", realizzato con i vetrini a luce polarizzata girato nel 1963 assieme a Marcello Piccardo   con musica di Luciano Berio che Munari incontra allo studio di Fonologia della RAI di Milano. 

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1953 Bruno Munari maifesto per le suole Coria della Pirelli

 

Bruno Munari copertina"le meraviglie del possibile, raccolta di fantascienza" edito da Einaudi

 

1950 Bruno Munari maifesto "biro, la penna a sfera, il doppio refil "magum""per l'Agenzia Biro

 

Bruno Munari copertina"l'amore profano" edito da Feltrimeli

 

Bruno Munari copertina"fonetica e fenomelogia"" edito da Sansoni

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

Bruno Munari copertina"sfida di venere"

 

Bruno Munari copertina"Opera Aperta" di Umberto Eco per i Satelliti Bompiani, Il progetto di graphic design comprende tutte le copertine per tutta la collana

 

Bruno Munari copertina"la cità induastriale" per la piccola bibilteca EinaudiIl progetto di graphic design comprende tutte le copertine per tutta la collana

 

Bruno Munari copertina"l'erba voglio" per ll Nuovo Pololitecnico Einaudi il progetto di graphic design comprende tutte le copertine per tutta la collana

 

Bruno Munari copertina"llavoro salariato re capitale" per Le Idee Editori Runiti, il progetto di graphic design comprende tutte le copertine per tutta la collana

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

Bruno Munari copertina semiotica" per Enaudi rPaperbck, il progetto di graphic design comprende tutte le copertine per tutta la collana

 

1941 Bruno Munari copertina Progetto per il primo libro di Bruno Munari "le macchine di del Munari" Copertina a collage, 16 pagine. Questa realizzazione su sfondo nero non venne utilizzata a causa del formato fuori standard cm 12,5 x 34,5

 

1942 Bruno Munari copertina Progetto per il primo libro di Bruno Munari "le macchine di Munari"venne stampata con una composizione a sfondo rosso in formato 21,5 x 28,5 cm. 

 

1954 Bruno Munari copertina per la rivista "interiors" del numero di agosto

 

1950 Bruno Munari bozetto0 per una copertina

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1960 Bruno Munari pagina interna del libro "Alfabetriere"

 

1960 Bruno Munari pagina interna del libro "Alfabetriere"

 

Bruno Munari copertina per ll libro di Gianni Rodari "il libro degli errori"edito da G.Einaudi

 

Bruno Munari copertina per ll libro di Gianni Rodari "favole al telefono" edito da G.Einaudi

 

Bruno Munari copertina e pagine interne per il suo libro "ABC"

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1950 Bruno Munari copertina "amore in climi freddi" e progetto grafico per la collana " uno a giorno" edita da Bompiani

 

1950 Bruno Munari copertina "il bambino perduto" e progetto grafico per la collana " uno a giorno" edita da Bompiani

 

1950 Bruno Munari copertina "la moglie inglese" e progetto grafico per la collana " uno a giorno" edita da Bompiani

 

1945 Bruno Munari copertina il suo libro"mai contenti" edito da Mondadori la collana completa era composta da 7 titoli, riedito da Corrain riedito anche in lingua inglese,

 

1945 Bruno Munari pagine interne della riedizione inglese del suo libro"mai contenti" edito da Mondadori, riedito da Corraini riedito anche in lingua inglese

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1945 Bruno Munari copertina il suo libro"il venditore degli animali" edito da Mondadori la collana completa era composta da 7 titoli, riedito da Corraini

 

1951 Bruno Munaripagia interne del suo libro"il libro illeggibile"i

 

Bruno Munari copertina per il suo libro"Zoo"

 

Bruno Munari pagine interne per il suo libro"Zoo"

 

Bruno Munari pagine interne per il suo libro"Zoo"

Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari   Bruno Munari

1945 Bruno Munari scatola di architettura MC1

 

1964 Bruno Munari manifesto per Campare

 

1968 Bruno Munari logotipo

 
1974 marchio della Regione lombardia realizzato dal gruppo:Pino Tovaglia, Bob Noorda, Roberto Sambonet e Bruno Munari
 
1954 distintivi forati per la X Triennale
       

1947 Bruno Munari sedia per sedute brevi, sedia impossibile con seduta inclinata

 

1950 Bruno Munari lampada cubica

 

1947 II gatto Meo Romeo realizzato con scheletro in fil di ferro, rivestito in Gommapiuma Pirelli e con i baffi di nailon prodotto da Pirelli.
Il gatto Meo finisce come portafortuna sopra una mensola dello studio di Picasso. E a chi gli chiedeva se sapesse chi aveva ideato quel gatto di gommapiuma, il Maestro rispose: " Certamente lo so. E' un filosofo italiano: Bruno Munari".

 

1947 Bruno Munari suo articolo sul gatto Meo Romeo pubblicato sulla "Pirelli Rivista di informazione tecnica" del 4 luglio 1947

 

1953 Bruno Munari scimietta Zizi realizzata con scheletro in fil di ferro, rivestito in Gommapiuma Pirelli e prodotto dalla stessa

       

1954 Bruno Munari secchiello per il ghiaccio

 

1958 Bruno Munari lampada Bali

 

1958 Bruno Munari posacenere cubo per Danese

 

1958 Bruno Munari posacenere cubo per Danese

 

1970 Bruno Munari posacenere da terra

       

1959 Bruno Munari lampada esagonale

 

1964 Bruno Munari lampada Falkand

 

1967 Bruno Munari poltrona Derby per Styldomus

 

1971 Bruno Munari Abitacolo per Robot

 

1972 Bruno Munari tavolino Bilano cubo

       

1974 Bruno Munariposacwener e portaoggetti da scrivania Cipro

 

1978 Bruno Munari lampada Stilo

 

1979 Bruno Munari libreria per Robot

 

1991 Bruno Munari paravento Shinfu Kusè

 

1997 Bruno Munari orologio Swatch

                 
                 
                 
                 
                 
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