CARATTERI TIPOGRAFICI E FONT


lcarattere tipografico per la composizione tipografica manuale

 

introduzione
Il processo formale che si evolve dal pittogramma alla lettera ha il suo epilogo nella lapidaria quadrata romana del primo secolo d.C.
In seguito, tutti i cambiamenti, saranno esclusivamente estetici.
.
Giovanni Gutenberg fu uno dei primi stampatori europei.
Creava da sé le sue lettere. S’ispirò ai caratteri della scrittura gotica, il Textura.
Dopo di lui molti si dedicarono al disegno di caratteri.
Di questi, ne esistono dunque un gran numero, tutti con un proprio nome, contrassegnati da specifiche caratteristiche.
I primissimi caratteri hanno solo due versioni; tondo e corsivo. Questo fino al 1800.

Che cosa si intende per carattere tipografico
Con il termine "caratteri tipografici" si indicano le serie complete di caratteri ideati e realizzati sulla base di un comune modello grafico
Con carattere tipografico si intende sia l'insieme omogeneo di segni grafici correntemente utilizzati per la stampa di un testo (lettere, numeri, interpunzioni ecc.) sia l'oggetto materiale che traduce questi segni sullo stampato, attraverso un processo di tipizzazione che trasforma ogni simbolo in un tipo per la stampa.
Nel significato più specifico il carattere tipografico indica ogni singolo parallelepipedo costituito da una lega metallica, sul quale sono riportati in rilievo, in maniera invertita, i segni grafici da stampare.

Anatomia del carattere e le sue caratteristiche
Gli elementi costitutivi della lettera alfabetica, sono le aste e i tratti terminali, detti anche «grazie»; le prime sono essenziali, senza le quali non si avrebbe la lettera alfabetica; i secondi, sono decorativi o di complemento e ne deteminano le famiglie.
Le aste possono essere rette, spezzate, curve, miste, uniformi, contrastate, frasta­gliate, modellate, digradanti; l'inclinazione delle curve modellate, determinano lo stile di una lettera.



anatomia della lettera alfabetica

 

Le aste sono gli elementi indispensabili che costituiscono il disegno di una lettera.
Un carattere può, in ogni caso, essere letto senza grazie. Senza aste invece non può essere riconosciuto.
Le versioni dei caratteri sono così indicate:
1. Forza d’asta, spessore dell’asta: chiaro, normale, nero, neretto...
2. Larghezza del carattere, larghezza della lettera: stretto, normale, largo...
3. Direzione dell’asta, inclinazione dell’asta: tondo - asse verticale, corsivo - asse inclinato.
Per il corsivo non c’è un grado d’inclinazione specifico.


Il corpo e i caratteri tipograficii
La dimensione, o corpo, è espressa in punti, misurazione tipografica che corrisponde all’altezza del carattere.
Il punto tipografico è misurato in punti Didot corrispondenti a 0,374 mm, o in punti Pica 0,351 mm.
La riga tipografica corrisponde a 12 punti tipografici, per cui corrisponte a 4,512 mm. (punti Didot 0,374 x 12) e a 4,217 mm. (punti Pica 0,351 x 12).
Il corpo di un carattere comprende la parte centrale, le parti acendenti oi maiuscole e le parrti discendenti.
Sopra e sotto le ascendenti e le discendenti è generalmente previsto un piccolo spazio. .
Non tutte le serie di caratteri sono disponibili in tutte le varianti.
Più che per la forma, i caratteri si distinguono per le loro proporzioni.
Tanto più un carattere ha ascendenti e discendenti marcate, rispetto all’occhio del carattere stesso, tanto più è antico.
La grazia ha il compito d’ingentilire il carattere, rendendolo più piacevole ed elegante.

 

gli elementi che definiscono i caratteri



caretteri dello stesso corpo mostrano un occhi e una legibilità diversi a causa del tipo di carattere

La gamma seriale
I caratteri tipografici sono disponibili in dimensioni e varianti diverse
Ogni carattere si può diversificare in più varianti stringendo e allargando le proprie forme in misura variabile.
La serie più comune di queste trasformaioni è definita dai seguenti termini: strettissimo (compressed), stretto (condensed), normale (regular o medium), largo (wide), larghissimo (extended) (la).
Le lettere possono variare inoltre in termini di spessore: si possono assottigliare, diventando quindi più  chiare, o ispessire, per aumentare il "nero" complessivo. Le più comuni varianti di peso sono: chiarissimo (extra light), chiaro (Iight o thin), normale (regularo medium), neretto (semibold), nero (bold) e nerissimo (extra bold o block) (lb).

 


la gamma seriale del carattere Univers

 

Le correzioni ottiche del caratere tipografico

  1. A parità di spessore l’ occhio percepisce i tratti orizzontali più larghi di quelli verticali: affinché le aste delle lettere vengano percepite come uniformi i loro calibri devono essere di diversa misura, le stesse regole si applicano anche ai tratti curvi.
  2. In un campo diviso geometricamente in 2 metà la parte superiore è percepita dall’ occhio come più grande di quella inferiore: Perché le superfici risultino equivalenti i bracci mediani delle lettere: E, H, S, B, P, R devono allinearsi sul centro ottico posto sopra la linea mediana su cui giace il centro geometrico.
  3. Le due finali della C sono poste ad altezza differente, quella inferiore è più bassa di quella superiore.
  4. In una figura l’ occhio legge dapprima la parte alta che risulta che risulta così preponderante rispetto a quella inferiore, per questo motivo alcune lettere B, C, E, G, K, S, X , Z  presentano un restringimento della  zona superiore.
  5. Nelle lettere C,G,S, J i terminali sono di spessore inferiore.
  6. Due linee di uguale spessore ma di altezza differente vengono percepite di spessore differente, più precisamente quelle più basse appaiono più larghe.
  7. Nelle lettere F e P l’ asta orizzontale mediana deve essere posta più in basso rispetto a quella della lettera E, perché se no lo spazio inferiore verrebbe percepito come eccessivo rispetto alla parte superiore del carattere.
  8. Nel caso di aste orizzontali e verticali di lettere curve es. O,C ecc. queste devono essere corrette otticamente trasformando i tratti verticali in leggermente bombati.
  9. Le lettere a schema circolare e triangolare C G O Q S U A M N V, sono leggermente più alte di quelle a schema quadrato E F H I L T Z. Se avessero tutte la medesima altezza le prime apparirebbero più piccole e sembrerebbero non rispettare gli allineamenti superiori ed inferiori.
  10. Per ottenere un corretto spessore ed equilibrio delle masse le aste inclinate devono essere maggiorate sia superiormente che inferiormente rispetto ai vertici, ciò per le lettere K W X Y M N A e C G J Q S T O.
  11. Le lettere subiscono modificazioni rispetto al corpo, alla forma, alla ortografia, al tono alla larghezza ecc..
  12. Le lettere subiscono correzioni del loro disegno di base anche in relazione al fatto che siano titoli o testo. In particolare le lettere di testo hanno, soprattutto per i corpi piccoli gli angoli o estesi o rientranti per ottenere in fase di stampa uno spigolo vivo.

 


correzzioni ottiche delle forme geometriche, i caratteri sonono riconducibili a forme geometriche.
Nelle prime due rigghe forme geometriche non corrette,il triangolo e il cerchio sono più bassi del quadrato.
nelle due rigne sotto le forme geometriche sono corrette geometricamente e sbordano
dalle linee di allineamento del carattere (occhio o alinneamento maiuscole)

 

I bianchi interlineari
Sono determinati dalla presenza o meno di interlineature.
Un testo si chiama “sterlineato” quando non ha interlinee e cioè il corpo corrisponde all’interlinea.
Un testo si chiama interlineato quando la distanza fra due righe è maggiore del corpo, l’ interlinea si misura in punti.
Nella scelta dell’interlineatura di un testo si deve tenere conto dei criteri di leggibilità ed estetica.
L’interlinea può essere aumentata o ridotta rispetto al corpo, per es. una riga di sole maiuscole è preferibile comporla con una interlinea minore.
Generalmente l’interlinea viene ridotta nel caso in cui la “giustezza” è corta, o il carattere scelto ha un “occhio” piccolo (altezza ridotta del minuscolo rispetto alle lettere ascendenti o discendenti)
Viene accresciuta nel caso in cui la giustezza è lunga o il carattere ha un “occhio” grande.
Non esistono regole per stabilire il giusto rapporto tra corpo, giustezza e interlinea ma si considera ottimale ai fini della leggibilità un testo sterlineato la cui giustezza contenga 8/10 parole.
In alcuni casi l’ interlineatura è aumentata o ridotta per accentuare, al di là della facilità o comodità di lettura, particolari modelli di impaginazione.
E’ opportuno in fase di progettazione dell’ impaginazione fare una prova per stabilire i rapporti fra formato, margine, corpo del testo, giustezza ed interlineatura.

La giustezza del testo e la leggibilità
La larghezza di una colonna di testo  viene detta giustezza.
La giustezza di un testo si misura in righe tipografiche o in cm.
La giustezza di un testo è molto importante per la sua leggibilità una giustezza troppo lunga maggiore di 60 battute rende difficoltosa la leggibilità, mentre una giustezza inferiore alle 25 battute viene detta “appesantita” dalle numerose divisioni sillabiche e dalla eccessiva verticalità del testo.
In una composizione a bandiera la giustezza è misurata sulla riga più lunga.
L’operazione volta a portare ad uguale lunghezza le righe di una composizione viene detta “giustificazione

Crenatura
La crenatura, in inglese kerning, indica la riduzione dello spazio in eccesso tra le due lettere, allo scopo di eliminare spazi bianchi antiestetici e dare un aspetto più omogeneo al testo.
Un esempio dove spesso si attua la crenatura è quello di avvicinare le due lettere a bracci obliqui A e V. Può comunque avvenire tra lettere curve come O e C.

LA STORIA DELLA SCRITTURA
LE PRIME SCRITTURE
Prima di arrivare alla creazione di una scrittura ci sono tre importanti periodi di sviluppo: il periodo delle immagini, il periodo memmonico e il periodo pittorico.

Il periodo delle imagini
Il periodo delle immagini è caratterizzato da disegni nelle caverne e da scalfitture nella roccia.
Non provengono dalla lingua, ma sono prodotti di attività artistiche degli uomini.

 


pitture della grotta di Lascaux

Periodo mnemonico
Nel periodo mnemonico, per ricordare un avvenimento di particolare importanza, venivano costruiti vari tipi di monumenti litici, diffusi un po’ ovunque, specialmente nell’Africa settentrionale e in Palestina.
Inoltre l’uomo si serviva di piccoli accorgimenti per ricordare facilmente ciò che lo interessava più da vicino: corde con nodi variamente intrecciati, cinture decorate, bastoni intagliati.

Periodo pittorico
Nel periodo pittorico l’accumulo di esperienze e di fatti particolarmente notevoli, indusse l’uomo a raccontare la sua storia per mezzo di raffigurazioni su pietra, corteccia d’albero, tavolette d’argilla o pelli per raffigurare scene di caccia, di battaglie e di riti religiosi.
Fino a questo momento non si può ancora parlare di scrittura vera e propria, in quanto lo scopo della scrittura è quello di essere un sistema per comunicare cose e idee mediante segni visibili convenzionali.
Le immagini non si possono chiamare “scrittura”, occorre attendere fino al periodo ideografico, nel quale la ripetizione necessaria di alcune figure e la semplificazione di segni portano gradualmente alla simbolizzazione.


ideogramma cinese: uomo che cammina

 

La nascita e lo sviluppo della scrittura alfabetica
La scrittura attuale deriva da quella utilizzata in Mesopotamia nel 3500 a.C.
Si trattava di un alfabeto pittografico prima e cuneiforme poi, inciso su tavolette di argilla.
Questi segni venivano utilizzati per registrare gli scambi commerciali.
Nel 3000 a.C. gli egizi impiegavano una scrittura complessa: i geroglifici.
Questi subirono due lenti processi di semplificazione.
 Veniva inoltre utilizzato un alfabeto fonetico per codificare i nomi stranieri ma non per semplificare la loro scrittura originaria che veniva considerata “intoccabile”.

aaaaaa
alfabeto cuneiforme e geroglifici egiziani


Successivamente i fenici si ispirano ai disegni utilizzati in Mesopotamia dai sumeri e da quelli della scrittura fonetica impiegata dagli egizi per creare una nuova scrittura più semplificata, composta da ventidue segni.
I disegni rappresentano immagini stilizzate di oggetti di uso quotidiano facilmente riconoscibili.
Per leggere questa scrittura era sufficiente pronunciare il suono iniziale di ogni pittogramma riprodotto.
Questo sistema si chiama “acrofonico”

aaa
alfabeto fenicio e incisione fenicia di Sidone

 

.
La scrittura dei fenici non prendeva nota delle vocali (come per esempio in quella attualmente utilizzata da arabi ed ebrei).
Nel 900 a.C. i greci vengono a conoscenza dell’alfabeto fenicio.
Essi ne perfezionano le forme dei caratteri e inventano le vocali per tradurre con precisione l’articolazione degli idiomi parlati presso di loro.
L’alfabeto greco viene “esportato” dagli etruschi (provenienti dall’attuale Toscana, Umbria e alto Lazio) e più tardi adottato dai romani i quali sviluppano l’alfabeto in uso ancora oggi.

aaa
tavoletta scolastica in cera copn alfabeto greco, incisione lapidea della Colonna traiana in alfabeto romano

DALLA CAPITALE ROMANA ALLA CAROLINGIA MINUSCOLA

La capitale romana
La “capitale romana” è la più antica scrittura maiuscola latina usata
Scolpita nella pietra sui monumenti
Nel terzo secolo a.C. viene scritta con il calamo. Diviene quindi meno dura e più uniforme.
Le opere di Virgilio che si conservano in Vaticano sono un esempio di questa scrittura: le parole sono state scritte senza spaziatura, e in certi casi sono state separate tramite un punto.

 

La capitale quadrata
Seguendo le forme elementari dell’alfabeto romano, si creò la monumentale e larga capitale “capitale quadrata” (dal primo fino al quinto secolo d.C.), la quale viene scritta con una penna larga, tenuta in mano in modo quasi verticale.
In questo modo, i tratti verticali delle lettere disegnate sono più spessi, mentre quelli orizzontali sono più sottili.

 

 

La capitale rustica
Nello stesso tempo apparve la “capitale rustica”, scritta con il calamo più inclinato, le lettere sono più strette, con grazie molto pronunciate, e con aste orizzontali leggermente rotonde e più spesse.
Seguendo le forme elementari dell’alfabeto romano, si creò la monumentale e larga capitale “capitale quadrata” (dal primo fino al quinto secolo d.C.), la quale viene scritta con una penna larga, tenuta in mano in modo quasi verticale. In questo modo, i tratti verticali delle lettere disegnate sono più spessi, mentre quelli
orizzontali sono più sottili.

 

 

 

La scrittura onciale
La scrittura onciale, è così denominata perché le lettere sono alte un’oncia.
La scrittura onciale si differenzia dalla capitale per la rotondità di alcune sue lettere, dove pure gli allineamenti superiori e inferiori sono molto marcati.

 

 

La scrittura semionciale
La scrittura semionciale viene introdotta tra il quarto e il quinto secolo d.C e può essere considerata la più antica scrittura minuscola.
È di piccole dimensioni (mezza oncia) nella quale si riscontrano elementi di lettere “maiuscole” e lettere “minuscole”.

 

 

Dopo il crollo dell’impero romano, le scritture romane furono impiegate in tutta l’Europa occidentale.
Le principali scritture nazionali sono la merovingica in Francia (dal sesto all’ottavo secolo d.C.); la gotica occidentale in Spagna, (dall’ottavo al nono secolo d.C.); la lombarda-beneventana, nell’italia meridionale (dall’undicesimo al dodicesino secolo d.C.)

DALLA MINUSCOLA CAOLINGIA ALLA TIPOGRAFIA UMANISTICA

La carolingia minuscola
Verso la fine dell’ottavo secolo si svilupparono in Francia, sotto l’influenza di Carlo Magno, le “carolingie minuscole”.
La merovingica venne calligraficamente trasformata in una scrittura minuscola vera e propria, che si distinse per la sua semplicità e la sua chiarezza.
La carlolingia è leggermente inclinata con allineamenti superiori e inferiori.
Per i titoli, venivano usate le lettere della capitale romana e dell’onciale. a carolingia fu la scrittura libraria più diffusa in europa per quattrocento anni.

 

La minuscola gotica e la gotica corsiva
Nel dodicesimo secolo nasce la minuscola  gotica, minuscola, più stretta e angolata.
Dalla gotica minuscola scritta a ritmo lento nacque nel tredicesimo secolo la gotica corsiva, con forme rotonde, allineamenti superiori e inferiori pronunciati curvi all’estremità.
In Italia e Spagna si impiegò come scrittura libraria la rotunda, che  è un incrocio tra la carolingia e la gotica minuscola. L’occhio è più largo, la scrittura è più leggera ed è più leggibile.

 

aaa
goica minuscola e gotica corsiva

 

Le modifiche  con la stampa
Quando la tecnica di stampa a caratteri mobili giunge in Italia (Roma, Subiaco, 1464; Venezia 1469), gli stampatori del tempo incidono i caratteri ispirandosi alla calligrafia in uso presso il loro paese (cioè la “rotunda”), esattamente come hanno fatto qualche anno prima i loro omologhi dei paesi nordici, dai quali è originaria la tecnica di stampa a caratteri mobili (ispirandosi quindi alla “gotica minuscola”).
Lo scopo della stampa del tempo era quello di imitare i libri finora prodotti a mano dai calligrafi dell’epoca a un costo più contenuto.
Siccome i calligrafi dei paesi settentrionali e quelli dei paesi meridionali d’Europa utilizzavano due scritture diverse tra loro, per riflesso questa diversità si riscontrava anche nei prodotti stampati dell’epoca.
Nicolas Jenson, tipografo francese, creò nel 1470 a Venezia il migliore carattere tipografico dell’epoca che ispirerà altri creatori di caratteri attraverso i secoli, come per esempio Claude Garamond.
Il veneziano diventa così la scrittura del rinascimento e dell’umanesimo in Italia; è la prima volta che si usano maiuscole e minuscole insieme.
Le minuscole derivano dalla carolingia, e le maiuscole dalla capitale romana.
L’introduzione del veneziano fu assai facile, in quanto gli studiosi umanistici di quell’epoca conoscevano già la scrittura carolingia.
I caratteri da stampa odierni hanno quindi le loro origini nel veneziano, e non nei caratteri gotici utilizzati da Gutenberg, Fust, Schöffer e altri pionieri della tecnica tipografica di stampa a caratteri mobili.


scritto con il carattere di Nicolas Janson

 

La storia della classificazione dei caratteri tipografici
Sono state tentate numerose classificazioni di caratteri. Questo genera molta confusione poiché i vari produttori chiamano gli stessi caratteri o quantomeno caratteri simili, con nomi diversi, collocandoli anche in gruppi diversi.
I primi campionari di caratteri pubblicati, risalgono al XV secolo.
Fra tutte le suddivisioni dei caratteri tentate da molti studiosi, più diffuse o meno, ne emergono alcune molto importanti:


Pierre Simon Fournier (1764):
con il suo “Manuel typographique”, dove introduce il primo sistema di misurazione a punti tipografici


Giovanbattista Bodoni (1788):
con il suo “Manuale Tipografico”, Bodoni, dopo aver rilevato che le differenze dei caratteri di una stessa lingua riguardano la forma, la grandezza e la proporzione, delinea la sua classificazione dei caratteri latini in sei distinte forme di lettere: il romano (maiuscolo e minuscolo), il corsivo (maiuscolo e minuscolo) e il cancelleresco (maiuscolo e minuscolo).


- François Thibaudeau (1924):
François Thibaudeau, tipografo parigino (1860-1925) concepisce il primo sistema razionale di classificazione dei caratteri.
Elabora i voluminosi cataloghi tipografici delle fonderie Renault & Marcou e di Peignot & Cie.
È autore di due pubblicazioni, “La lettre d’imprimerie”, nel 1921, e “Manuel français de typographie moderne”, nel 1924.
La sua classificazione è basata sulla forma delle grazie dei caratteri, e comprende 4 gruppi:

  1. con le grazie con raccordo arrotondato: gruppo “Elzevir”
  2. con le grazie sottili: gruppo “Didot”
  3. con le grazie spesse e quadrate: gruppo “Egyptienne”
  4. senza le grazie: gruppo “Antique”

 


i 4 gruppi della classificazione di Thirabeau

 

Thibaudeau completa questa classificazione aggiungendo la categoria delle “Ecritures” per le scritte corsive e “Fantaisies” per i caratteri “pubblicitari”.
Questa classificazione non contraddice l’evoluzione storica dei caratteri a stampa. Pratica e semplice è ancora in uso.
Semplice ma incompleta. Alcuni caratteri, nonostante le aggiunte effettuate in un secondo tempo, non si riescono a classificare.
E Molti caratteri dal disegno nettamente diverso ricadono nel primo gruppo di classificazione o nel quarto, senza avere dei sottogruppi.

 


clasificazioni dei caratteri secondo François Thibaudeau del 1924

 


Maximilian Vox (1954):
Nel 1954 MaximilianVox, studioso di caratteri francese, propone una classificazione dei caratteri più dettagliata ed estesa rispetto a quella di Thibaudeau.


Aldo Novarese (1956):
Aldo Novarese suddivise i caratteri secondo le grazie. Questa classificazione fu molto usata in Italia.


clasificazioni dei caratteri secondo Aldo Novarese del 1956

 

Giuseppe Pollitteri (1958):
suddivise i caratteri in dieci gruppi con determinati sottogruppi.


La normaDIN 16518:
Nel 1962 l’Associazione tipografica internazionale (A. Typ. I.) la adotta come classificazione ideale.
Nel 1964 viene ancora migliorata e unificata in tutti i paesi.
Questa classificazione oggi viene riconosciuta nella sigla DIN 16518 (A. Typ. I.).
Questa normativa suddivide i caratteri tipografici in 11 grandi famiglie, nelle quattro lingue principali. Naturalmente anche i numeri dei rispettivi gruppi sono normalizzati.

  1. Veneziani
  2. Romani antichi
  3. Transizionali
  4. Bodoniani
  5. Egiziani
  6. Lineari
  7. Lapidari
  8. Scritture
  9. Manuali
  10. Medievali
  11. Stranieri

 


La classificazione dei caratteri secondo la norma DIN 16518 e le denominazioni nelle varie lingue

 

Classificazione cronologica dei caratteri tipografici
Di origine anglosassone, questa classificazione affina la classificazione proposta da Thibaudeau.
È composta da sei gruppi:

  1. old syle
  2. italic
  3. transityonal
  4. modern face
  5. egyptian
  6. sans serif

Questa classificazione è più completa della precedente in quanto suddivide tutti i caratteri in sei gruppi anziché quattro.
I gruppi sono ordinati in base alla nascita dei caratteri che li compongono quindi risulta semplice da consultare.
La classificazione cronologica non è comunque del tutto completa in quanto comprende i caratteri del ventesimo secolo, ma solo fino agli anni ottanta.

old syle
Questi caratteri sono ispirati a quello disegnato da Francesco Griffo per Aldo Manuzio, perfezionati dal francese Claude Garamond.
In questo gruppo si trovano i caratteri che hanno dominato la tipografia occidentale per 250 anni fino all’era di William Caslon.
Sono caratterizzati da un contrasto equilibrato, delle grazie con raccordo arrotondato e un’asticina nelle “e” minuscole orizzontale.

 

italic
Questo carattere inventato da Francesco Griffo, è caratterizzato da un asse inclinato, un corpo più ridotto del romano e un disegno ispirato alla scrittura calligrafica.

 

Transitional
Questo carattere è apparso in Francia prima e in Inghilterra poi con Baskerville a metà del diciottesimo secolo.
In questo carattere l’asseverticale non è più inclinato e il contrasto tra i pieni e i vuoti è più accentuato.

 

Modern face
Questo carattere tipicamente latino nacque dallo spirito razionale degli illuministi.
È caratterizzato dal contrasto accentuato tra verticali (solitamente le aste spesse) e orizzontali (solitamente le aste sottili).
Le grazie sono sottili e perpendicolari alle verticali (raccordo perpendicolare).

 

egyptian
Carattere di natura pubblicitaria sviluppatasi dalla metà deldiciottesimo secolo in Inghilterra. Le grazie di questi robusti caratteri sono spesse e rettangolari,

 

Sans serif
Il contrasto tra le aste sottili e le aste più spesse è assai debole.
A volte chiamati “grotteschi” questi caratteri sono apparsi in Inghilterra nello stesso periodo degli egiziani e rispondeveno agli stessi bisogni pubblicitari.
Questi caratteri hanno la peculiarità di non avere le grazie.
I primi caratteri “sans serif” avevano anche un contrasto minimo tra aste sottili e aste più spesse.
Questa tendenza è stata perduta con i nuovi caratteri disegnati successivamente.

 

Classificazione dei caratteri, la loro morfolologia
L'espressione grafica dei caratteri tipografici risponde a variabili stilistiche ed estetiche, che, nell'insieme, costituiscono la base tassonomica per la formazione di famiglie di caratteri. La discriminante principale riguarda la presenza o meno di grazie, vale a dire di terminazioni grafiche alle estremità delle aste dei caratteri.
In questo caso si distingueranno i caratteri bastoni o lineari, privi di grazie (altrimenti detti Sans Serif secondo un'espressione di origine inglese) e quelli invece graziati.
La classificazione dei caratteri ha oggi raggiunto gradi di complessità crescente, proponendo soluzioni diverse e alimentando un dibattito ininterrotto. Di pari passo con i progressi tecnologici e con la sempre crescente diffusione di testi stampati, si è accentuata la necessità di portare ordine nel mondo della tipografia. La possibilità di identificare dei modelli dietro ai singoli disegni permette di individuare delle direzioni di sviluppo, dei significati, al di là della semplice forma.
Nel corso dei secoli si sono sovrapposte diverse terminologie e nuovi tentativi di sistematizzazione. La classificazione da noi adottata è quella operata negli anni '50 dallo storico della tipografia Maximilian Vox, inadeguata tuttavia a illustrare l'incredibile quantità di disegni nuovi apparsi nel frattempo. A questa abbiamo quindi aggiunto delle suddivisioni e delle estensioni che coprono le forme meno tradizionali e i disegni contemporanei.

Nomi e classificazione di caratteri tipografici
Secondo certe fonderie di lingua inglese i caratteri Lineari sono chiamati Gotici (Gothic); i Tedeschi chiamano Antiqua
i caratteri latini in contrapposizione ai Gotici; i Francesi, invece, per Antiqua intendono i Lineari.
Tuttavia, tranne certe incongruenze che attendono una chiarificazione, magari attraverso intese comunitarie, la questione onomastica si pone in senso positivo nell’ambito della tipologia; perciò la conoscenza dei caratteri mediante il loro specifico nome è sempre il modo più mnemonico e che più risponde all’esigenza dell’individuazione delle singole serie alfabetiche.

Lapidari o romani antichi
Si ispirano alle iscrizioni lapidarie romane. Sono i tipi con grazie nati come prodotto architettonico per le iscrizioni dei monumenti (da qui il nome Lapidario) ed avevano origine di costruzione dal quadrato del “capitalis quadrata”.
. Le lettere hanno larghezze uniformi, hanno spesso grazie grandi, nitide e triangolari.
Particolare riconoscibile delle grazie, originariamente ottenuta dall’utensile nello scalfire la pietra, è che terminano formando un angolo di 30° e la base, o vertice inferiore, è completamente piatta.
Nella «N» la differenza di spessore tra l’asta obliqua e le aste verticali è poco accentuata, così come nelle traversali della «V» e della «A».
 Le lettere rotonde come la «O», la «Q» e la «S» hanno un rapporto di largo e sottile, molto delicato e armonioso.
Dei caratteri Lapidari non esistono molte serie a piombo o digitalizzate; nonostante ciò il «Meridien», il «Triump Medioeval», il «Raffaello», e il «Nova-Augustea» hanno il pregio di mantenere integra la fisionomia del Lapidario romano in tutta la sua
bellezza espressiva.
Questi caratteri sono adatti per opere bibliofile, edizioni tipografiche di lusso, e lavori di pregio; la classicità del disegno castigato e solenne, mal si addice ad altri stampati.

il carattere"Albertus"
Disegnato nel 1932 da Berthold Wolpe per la ditta Monotype, è usato spesso per confezioni alimentari. Le grazie sono terminazioni ispessite.
il carattere"Trajan"
È il lapidario più autentico, disegnato nel 1989 da Carol Twombly. È ispirato alla Colonna Traiana a Roma.
il carattere"Amerigo"D
isegnato nel 1987 da Gerard Unger per la Bistream, è molto condensato.


caratteri Lapidari: da sopra l' Albertus, il Trajan, l' Amerigo

 

Gotici

questi caratteri derivano dalle varie scritture usate dall’Alto Medioevo a tutto il Rinascimento.
Alla base del disegno dei caratteri mobili, il gotico rivestì in Europa e in Germania a cavallo delle due guerre un ruolo dominante nella composizione di titoli e testi.
Essi sono riconoscibili per le forme angolose e allungate che imitano le forme delle lettere eseguite con la penna d’oca e l’inchiostro nella scrittura antica.
Nascono come condensazione dei caratteri amanuensi in uso a quei tempi per una economia nell’uso della carta, rendendo però la pagina di una pesantezza visiva.
Oggi viene considerato alla stregua di un disegno decorato, stilizzato e illeggibile, adatto solo a testate di giornali che vogliono alludere alle gloriose tradizioni.
Questi caratteri hanno forme ogivali e le terminali molto svolazzanti, soprattutto nelle maiuscole.

Attualmente i Gotici vengono usati solo nei paesi anglo-germanici nella pubblicità, insegne e logotipi di marche di birra
il carattere"il carattere"Fette Fraktur "
Disegnato nella seconda metà del XIX sec., ha un aspetto greve ma romantico nei decori che suggerisce il tratto libero disegnato con la penna.
l carattere"il carattere"Goudy Text  "
Disegnato da Frederic Goudy nel 1928 per la monotype, ha un tratto più rigido, ma anch'esso derivato dalla scrittura.
l carattere"il carattere"Wilhelm Klingspor"
Viene realizzato per la fonderia Klingspor di Offenbach da Rudolf Koch nel 1920-1926. È estremamente ornamentale e presenta delle terminazioni esageratamente fiorite.


caratteri Gotici: da sopra ilFetteFraktur, il Goudy Text, ilWillhem Klingspor

 

Onciali
Comparsi nel terzo secolo in alcuni codici dell’epoca, questi caratteri, molto decorativi, venivano vergati con pennino a punta tronca, posto in posizione quasi orizzontale alla linea di base: la pendenza era appena accennata.
Ancora oggi vengono utilizzati nei paesi Gaelici come l’Irlanda, e sono preferiti dalla maggior parte dei calligrafi contemporanei.
Esempi di caratteri onciali disegnati per la fotocomposizione e la digitalizzazione sono: «American Uncial», «Libra».

 


carattere Onciale Caroligia:

 

Veneziani - Rinascimentali:
Chiamati anche Umanistici, questi caratteri derivano dai Lapidari e nascono verso la metà del XV secolo a Venezia dove i primi grandi stampatori,affiancati da orafi, disegnavano e incidevano con il bulino dei nuovi tipi tratti dagli Incunabuli.
Con i questi tipi umanistici appaiono i primi corsivi da stampa denominati “corsivi aldini ” e utilizzati per stampare libri per la edizioni "Aldine" a partire dall'ultimo decennio del XV secolo. disegnati ed incisi da Francesco Griffo per il primo grande ‘prototipografo’ ed editore’: Aldo Manuzio.
Gli Umanistici si basano sulla scrittura umanistica dei manoscritti del Quattrocento: la calligrafia umanistica, più tonda e larga, era ottenuta con un pennino largo che consentiva una maggiore plasticità.
Si distingue dal romano per la barretta obliqua della e, per l'asse fortemente inclinato a sinistra e lo scarso contrasto tra pieni e filetti
Il carattere più armonioso e utilizzato di questa famiglia è, senza dubbio, il «Garamond»; disegnato da Claude Garamond per gli Estienne, famiglia di stampatori ed editori nei suoi molteplici ridisegni eseguiti per ogni fonderia digitale, usatissimo nella composizione dei testi dei libri, nelle pubblicità, ecc.
Molto bello è il corsivo minuscolo di questo carattere, che si lega molto bene alle illustrazioni e dà all’insieme un’aria molto classica e pulita.
Le grazie sono simili a quelle dei Lapidari, ma più arrotondate; la linea di base è leggermente concava, le differenze di spessore tra le aste verticali e le aste oblique sono più accentuate e, anche nelle lettere tonde, i rapporti di sottile e largo
sono più accentuati.
Altri tipi di Veneziani famosi sono: «Bembo», «Caledonia», «De Roos», «Janson», «Garaldus», «Poliphilus Roman», «Romulus», «Trajanus», «Vendôme », «Goudy», «Elzevir», ecc.
l carattere"Cloister"
Fu disegnato da Morris Fuller Benton per l'American Type Founders, fu il primo revival dell'epoca della composizione meccanica.
il carattere"Kennerley"
Fu disegnatoda Frederic Goudy nel 1911, si basa sul Jenson, ma presenta le discendenti più corte.

 


grazie e caratteristiche dei veneziani


caratteri Rinascimentali-Veneziani da sopra il Janson,il Bembo e il New Caledonia


caratteri Rinascimentali-Veneziani: sopra il Cloister, sotto il Kennerley

 

Romani Antichi
Il trattino delle grazie nelle ascendenti delle minuscole è obliquo, l'asse inclinato a sinistra.
Il contrasto tra pieno e filetto è molto marcato.

il carattere"Garamond"
Fu inventato nel XVI secolo da Claude Garamond, disegnatore e fonditore che per primo rielaborò con successo i caratteri aldini.
il carattere"Bembo" 

Nato nel 1495, prende il nome dal volume in cui compaiono per la prima volta i caratteri Manuzio e Griffo: il De Aetna del cardinale Bembo, che è anche classificato come Umanistico-Rinascimentale
il carattere"Times New Roman "
Disegnato da Stanley Morison nel 1932, ha le ascendenti e le discendenti corte.
il carattere"Palatino "
Disegnato
da Herman Zapf nel 1950, prende il nome da un calligrafico italiano del Cinquecento.
Si ispira alla scrittura rinascimentale e alle iscrizioni romane.
Gli occhielli sono ampi e le grazie poste all'esterno soltanto di certe lettere.


caratteri romani antichi: da sopra il Garamond, il Bembo, il Times new roman e il Palatino


Transizionali e Barocche
Sono così chiamati i caratteri i cui elementi indicano la transizionedal romano antico al "romano moderno" nato alla fine del Settecento.
Nascono tra la fine del XVII e il XVIII secolo in Francia da una commissione, composta dal punzonista Philippe Grandjean, l’incisore Louis Simmoneau ed altri notevoli personalità, incaricata da Luigi XIV a “trovare la maniera di fare una perfetta costruzione delle lettere” per l’Imprimerie Royale di Parigi.
Le grazie non hanno quasi mai inclinazioni e si raccordano all’asta verticale con una piccola curva, mentre la base della grazia è quasi completamente piatta.
Sono più dritti dei romani e hanno un asse verticale o lievemente inclinato.
Le grazie possono avere raccordi più o meno pronunciati; talvolta hanno un andamento orizzontale e una forza che preludono ai romani moderni
Tra i più noti e diffusi Transizionali ricordiamo: «Baskerville», «Caslon», «Century», «Palatino», «Times», «Novarese », «Perpetua», «Plantin», «Magister », «Aster», «Stone Serif», «Minion», «Versailles», ecc.
Dal punto di vista della leggibilità stanno alla pari dei Veneziani, però sono più adatti per le riproduzioni in considerazione delle grazie leggermente più accentuate rispetto ai tipi precedenti: virtù eccellente per sopperire alle naturali deformazioni
fotografiche. Sono apprezzati e sempre in primo piano per qualsiasi applicazione e sono anche più resistenti, come caratteri a piombo, all’usura delle lunghe tirature tipografiche.
.
il carattere"Baskerville"         
Disegnato dallo stampatore inglese John Baskerville nel XVII secolo, ha le grazie orizzontali lievemente raccordate, con l'eccezione della t, priva di raccordi.
il carattere"Fournier" 
Disegnato dal fonditore P.S. Fournier, è il primo carattere che abbandona il romano antico.
Presenta lettere alte e strette, gamba della r curva e rastremata, z che termina a svolazzo.
il carattere"Perpetua" 
È il carattere tondo più famoso disegnato da Eric Gill, realizzato e adattato dalla Monotype Corporation nel 1925.
Presenta una modulazione stile romano antico.
L'apice della a è smussato, le aste esterne della m risultano leggermente divaricate.

 


caratteri Transizionali: da sopra il Baskerville, il Fournier, il Perpetua


carattere Transizionalei:Janson

 

Romani moderni o Bodoniani o Neoclassici
Sono i caratteri classici creati e ispirati da Giovanbattista Bodoni in Italia, da Françoise Didot in Francia e da Justus Walbaum in Germania.
Essi disegnarono i più bei caratteri che siano mai stati ideati e che sono, ancora oggi, molto utilizzati in editoria e in  pubblicità.
Particolari estetici di questi caratteri sono rappresentati dagli evidenti contrasti tra gli spessori (grosso-fino) nelle grazie e nelle aste: le prime
sono ridotte a un filetto completamente piatto con il raccordo con l’asta verticale appena accentuato; le seconde rendono le lettere molto eleganti e armoniose risultando però di difficile lettura per la composizione di lunghi testi nei corpi piccoli, a causa della rigidità neoclassica del disegno, e dall’occhio medio piccolo della lettera risultano invece molto decorativi nei corpi medi e grandi.
Ulteriore caratteristica dei Bodoniani è visibile nella presenza di ‘rostri’ molto pronunciati nelle lettere: «C», «G» e la «S».
I pieni e i filetti sono estremamente contrastati; le grazie delle minuscole sono orizzontali e spesso senza raccordi; l'asse è verticale.
Attualmente solo la fonderia “Valdonega” di Verona, nella produzione moderna dei caratteri, ha le forme originali dei tipi di Bodoni; mentre le altre sono solo imitazioni e interpretazioni assai discutibili.
Tra i tipi Bodoniani ricordiamo i già citati «Bodoni», «Walbaum» e «Didot », inoltre: «De Vinne», «Normandia », «Fenice», «Pergamon», «Corvinus », ecc.

il carattere"Bodoni"
Disegnato nel XVIII secolo da Giambattista Bodoni, che prese a esempio i caratteri francesi di Fournier e di Didot.
il carattere"Torino"
Prodotto dalla fonderia Nebiolo, ha grazie molto larghe e ricercati fregi terminali.
il carattere"Walbaum"
Riprende i disegni del punzonista tedesco Justus Erich Walbaum. È largo e poco arrotondato.


caratteri Romani moderni: da sopra il Bodoni, il Torino, il Walbaun

 

Egiziani
Si tratta di un gruppo di caratteri caratterizzati da grazie squadrate, con o senza raccordi.
Nascono attorno ai primi dell’Ottocento sotto l’euforia della scoperta della Stele di Rosetta, nel delta del Nilo, che permise per la prima volta di ‘tradurre’ i geroglifici egiziani.
Primi esempi di questa tipologia di caratteri sono dell’inglese Vincent Figgins e vennero utilizzati per la prima volta per le scritte fatte sulle balle di mercanzia proprio provenienti dall’Egitto, per poi essere utilizzati nell’editoria e nella pubblicità del tempo.
Le grazie quadrate e le ‘orecchie’ sono molto pronunciate, il cerchio di raccordo è quasi inesistente, il carattere è molto pesante e leggibile anche a distanza.
In alcune serie sia le grazie sia i filetti sono assolutamente dello stesso spessore della verticale base.
L’adattabilità di questi caratteri per tutti quei lavori in cui si richiede una forza espressiva, è eccellente, come già detto, in pubblicità, per titoli, per testate di quotidiani e riviste, insegne; essi sono però assolutamente inadatti per testi, specie nei corpi piccoli dove le grazie pronunciate confondono la lettura.
Fanno parte degli Egiziani anche quei caratteri con una grazia molto grossa e squadrata senza nessun raccordo (vedi 14- Geometrici).
Esiste una buona quantità di questi tipi, i più noti sono: «Clarendon», «Egizio», «Landi», «Dattilo», ecc.

il carattere"Clarendon"
È un carattere resistente e leggibile, ideato e lanciato nel 1845 dalla R. Besley & Co.
il carattere"Memphis"
Creato da Rudolph Weiss nel 1929, segna un grande ritorno dell'Egiziano alla fine degli anni Venti e nei primi anni Trenta

.


caratteri Egizi da sopra il Clarendon e il Menphis


Spezzettati - Stencil
Sono i caratteri, graziati o lineari, i cui segni presentano un disegno interrotto, spezzettato, parzialmente mangiato.
Ed è proprio quest’ultima valutazione che dà una importanza capitale a questo gruppo particolare, dove si arriva ad una semplificazione progressiva della loro costruzione, fino alla soppressione pura e semplice di elementi di disegno resi definitivamente caduchi dalle abitudini di lettura.
Nati per sostituire gli Egiziani per le scritte sugli imballaggi (i primi utilizzati sono stati i Tea-Chest, usati per le scritte sugli imballaggi marittimi provenienti dall’India per l’Inghilterra) hanno il pregio di poter essere utilizzato come mascherine in pezzo unico per le scritte a spruzzo.
Tipici esempi di questa famiglia sono: «Glaser-Stencil», «Flora», «Bifur », «Stencil», «Tanagra», «Futuriste».

 


caratteri Spezzettati da sopra il AG Book Stencil, Glaser Stencil,disegnato dal grafico AmericamoMilton Glaser

 

Lineari o Bastoni
Sono dei caratteri tipografici ad asta di spessore quasi uniforme, senza grazie terminali e definito da forme essenziali e lineari. È uno dei caratteri più antichi, derivato da iscrizioni capitali etrusche.
Viene particolarmente utilizzato in campo pubblicitario e per il web.
i caratteri lineari possono essere sottoclassificati in: Groteschi, Neo groteschi, Geometrici.
Questi caratteri, privi di grazie o filetti, sono nati attorno al 1800 e si sono evoluti con la scuola della “Bauhaus” nei primi decenni del Novecento.
I Lineari sono molto leggibili se non utilizzati per testi troppo lunghi.
Una volta si pensava che le grazie migliorassero la leggibilità fornendo più elementi identificativi per l’occhio; studi più recenti hanno dimostrato che le grazie sono più leggibili per coloro che sono cresciuti leggendo caratteri con esse, mentre
i caratteri senza grazie sono più leggibili per quelli che sono stati abituati in questo modo.
I Lineari si esaltano quando sono circondati da ampio spazio bianco; si usano spesso per la segnaletica, per i titoli dei giornali, per l’editoria aziendale, per i manifesti, ecc.
La loro totale assenza di grazie, per l’armoniosità delle lettere tonde e per tutti gli spessori che sono otticamente uguali.
I caratteri più noti e usati sono: «Antique Olive», «Avant Garde», «Avenir», «Eras», «Franklin Gothic», «Frutiger», «Futura», «Gill», «Helvetica», «Kabel », «Lucida Sans», «Meta», «Stone Sans», «Rotis Sans», «Univers», ecc

i caratteri"Grotteschi"
Si tratta di un carattere senza grazie che appare a partire dai primi dell'800: è caratterizzato da linee massicce e piuttosto marcate. Appartenenti a questo gruppo sono, tra gli altri, il Franklin Gothic, il News Gothic e il Trade Gothic.
i caratteri"Neo-Grotteschi"
Evoluzione dei caratteri grotteschi: si differenzia da questi per un tratto vicino al disegno e per le "g" che hanno, nella parte inferiore, una coda aperta. Tra i più significativi ricordiamo il Folio, l'Helvetica e l'Univers.
i caratteri"Geometrici"
È un gruppo di caratteri impostato su forme geometriche elementari. Il più rappresentativo è il Futura, creato nel 1927 e ispirato alle teorie razionaliste e a quelle classiche sulla proporzione. Altri caratteri del gruppo del Geometrico sono l'Eurostile e l'Avant Garde.

 


caratteri lineari: da sopra il Franklin Gothic, il Folio, il Futura e i lGill sans


caratteri lineari: da sopra il Futura, l'Univers

 

Lineari lapidari - Modulati
Tipica espressione contemporanea, questa famiglia può essere considerati una transazione fra i due stili Lapidario e  Lineare.
Infatti pur disponendo della rigidità del Lineare, con chiaroscuri accentuati e con aste orizzontali e verticali che hanno i terminali gradatamente ingrossati, tanto da offrire la sensazione di una grazia in effetti inesistente, questi tipi rendono la lettura, nei corpi medi e piccoli, meno faticosa che nei Lineari ed essi si possono includere nei caratteri di testo.
Per il loro caratteristico disegno si adattano a testi liturgici e ad opere classiche; sono invece poco adatti per lavori commerciali.
Di questa famiglia più conosciuti sono: «Optima», «Tannhauser», «Colonia », «Pascal» e «Continental».


carattere Lineare Modulato: Continental

 

Lineari Geometrici
In questa famiglia vengono classificati quei caratteri con grazia quadrata senza raccordi dello stesso spessore delle aste, le quali non presentano alcuna variazione di contrasto.
Precedentemente questi caratteri venivano classificati come Egiziani italiani per la presenza della grazia squadrata.
Nella tipologia dei Geometrici possiamo catalogare: «Caecilia», «Candida », «Serifa», «ITC Of¬cina Serif», «Berthold City», «Beton», «Cheltenham  », «Rockwell», «Stymie», «Lubalin Graph», «Menphis».


caratteri Lineari Geometrici: da sopra il Serifa, il Rockwell

 

Lineari a contrasto
Questi caratteri sono una sottofamiglia dei lineari.
Essi presentano il contrasto d’asta tipico dei caratteri romani, in special modo dei Bodoniani,
pur non possedendo le grazie, ciò offre un notevole motivo orizzontale.
Esempi sono: «Britannic», «Bureau Roxy», «Compacta», «ITC Panache», «Radiant Text», «Souvenir Gothic», «Wunderlich».


caratteri Linearia Contrasto da sopra il Souvenir Gothic, il Compacta

 

Lineari quadrati
Sottofamiglia dei Lineari, questi caratteri a forma quadrata sono tipiche espressioni della tendenza del nostro secolo, e sono stati creati per ambientare il carattere all’estetica architetturale contemporanea, come fu l’arco a tutto sesto dal quale derivò il carattere Lapidario romano; ed anche l’arco a sesto acuto che originò, a sua volta, il carattere gotico. La forma quadrata e compatta, ci è oramai familiare: essa è presente, predominante, in ogni cosa che ci circonda.
Ed il carattere, oggi — come fu per il passato — si fonde e si mimetizza nell’espressioni dell’epoca attuale.
Appartengono a questa classe: «Eurostile », «Microgramma», «Hastile», «Corvinus», «Serpentine», «Steile», «Compact», «Russell Square», ecc.


carattere Lineare Quadrato: Eurostile

 

Ornati - Fregiformi
Sono quei caratteri con decorazioni e ombreggiature che trasformano la scritta in un fregio ornamentale.
Venivano utilizzati soprattutto come capolettera, in sostituzione delle miniature amanuensi, e sempre affiancati da altri caratteri.
Dal Barocco fino alla metà del XX secolo, passando nel periodo Liberty, ne sono stati inventati moltissimi; non hanno regole precise e, in genere, hanno solo lettere maiuscole.
Sono molto decorativi presentano  infatti: svolazzi, figure umane e floreali; ma, ovviamente, sono poco leggibili

Calligrafici
Si fondano sulla convinzione che il disegno dei caratteri derivi dalla scrittura a mano.
Sono i caratteri che imitano quelli scritti a mano dagli amanuensi fino ai giorni nostri; sono inconfondibili e hanno caratteristiche che vengono inventate, di volta in volta, dal creatore del carattere.
Le loro forme sono realizzate con i vari strumenti di scrittura: la penna d’oca, la penna e il pennino (Calligrafici); pennarelli, matite, carboncino, pastelli e pennelli (Scritti).
Se l’invenzione della stampa aveva estinto gli amanuensi, la stessa sorte non colpì i calligrafi che anzi dal 500 in poi pubblicarono trattati teorici sulla scrittura e sugli strumenti adatti per scrivere.
Di questi tipi i più utilizzati, ai giorni nostri, sono i Calligrafici Inglesi, corsivi con una inclinazione di 50°, ricchi di svolazzi, molto eleganti, usati soprattutto per i biglietti da visita, gli inviti e le partecipazioni.
Oggi sono particolarmente sviluppati grazie alle tecnologie grafiche digitali, che facilitano la standardizzazione di caratteri tracciati a mano, tramite procedimenti di scansione. Tra i tipi Scritti - Calligrafici contemporanei sono da ricordare gli innumerevoli caratteri disegnati da Hermann Zapf e Roger Escoffon
.
il carattere"il carattere"Shelley Andante"
Viene realizzato da Matthew Carter nel 1972 per Linotype in tre versioni Allegro, Andante, Volante.
il carattere"il carattere"Coronet" 
Viene disegnato nel 1937 Robert Hunter Middleton.
il carattere"il carattere"Mistral"
Viene disegnato da Roger Excoffon nel 1953, in stile pittorico.


caratteri Calligrafici: da sopra ilShelley Andante, il Coronet, il Mistral.

 

 

 

Decorativi
Il termine indica l'insieme di caratteri in continua crescita che non si riferiscono ad alcuna tradizione storica o tecnica produttiva: si distinguono piuttosto per essere dei tentativi espressivi delle culture visive a cui appartengono.
il carattere"il carattere"Broadway"
Realizzato da Morris Fuller Bentos nel 1929, è un carattere quasi geometrico dai contrasti esasperati e, per questo, ha contribuito a definire la versione americana dello stile Art Déco.
il carattere"il carattere"Cooper Black "
Disegnato da Oswald B. Cooper nel 1921-1925 e pensato per la pubblicità, ha avuto sempre una fortuna altalenante. È evidente la sua origine "disegnata", anche se suggerisce delle ascendenze calligrafiche.
il carattere"il carattere"Copperplate Gothic "
Viene inventato nel 1902 da Frederic Goudy. Consente un risultato estremamente nitido grazie ai corpi ridotti.

 


caratteri Decorativi da sopra ilBroadway , il Cooper Black, il CopperdaleGothic

 

Contemporanei
Sono inseriti in questo gruppo i caratteri disegnati negli anni Novanta e diventati sempre più difficili da classificare.
il carattere"il carattere"Blur" 
Disegnato da Neville Brody nel 1992, va considerato un bastone geometrico, anche se dall'aspetto indistinto.
il carattere"il carattere"Trixie"
Legato al Blur, è inventato da Erik van Blokland nel 1991.
il carattere"il carattere"Exocet"
Disegnato da Jonathan Barnbrook per la Emigre Fonts nel 1994, ha un nome che deriva dalle antiche iscrizioni greche. Le grazie e l'asprezza geometrica si ispirano all'incisione della pietra, ma ne perdono la raffinatezza.

 


caratteri Contemporanei da sopra il Blur, il Trixie, l' Exocet

 

Non classificabili
I caratteri di questa categoria possiedono dei disegni notevolmente influenzati dalle tecnologie.
il carattere"il carattere"Template Gothic"
Inventato da Barry Deck nel 1990, deriva dalla grafica segnaletica delle lavanderie a gettoni.
il carattere"il carattere"OCR-A"
È un disegno realizzato da ingegneri in cerca di un alfabeto comprensibile per i computer.
il carattere"il carattere"New Alphabet" 
Realizzato da Wim Crouwel nel 1967, riduce le forme delle lettere ai loro tratti essenziali adatti ai sistemi di fotocomposizione informatica.

 


caratteri Non classificabili da sopra il Template Gotic, il OCR-A , il New Alphabet

Fantasie - Moda
Sono i caratteri inventati senza nessuna regola costruttiva.
I caratteri Fantasia che si trovano in composizione o come trasferibili hanno, generalmente, i terminali delle varie aste inclinati.
La grafica pubblicitaria americana e ricchissima di questi tipi inventati, facilissimi da riconoscere e, dopo un po’ di pratica, da disegnare. Come per gli Ornati, vanno sempre abbinati ad altri caratteri.

Nuovi lapidari - Incisi
Pur non avendo nulla a che fare con i Lapidari romani, mantengono di questi il disegno delle grazie.
Sono molto utilizzati nei paesi anglosassoni nelle epigrafi e come alfabeti per le incisioni su metallo.
Esempi di questa famiglia sono: «Amerigo», «America», «Albertus», «Poppl-Laudatio», «Copperplate», ecc.


caratteri Nuovi lapidri incisi: Cooperplate

 

Dattilografici
Sono i caratteri disegnati inizialmente per le prime macchine da scrivere a spaziatura fissa.
Il principale carattere di questa famiglia e l’«American Typewriter» utilizzato molto, per la sua leggibilità, nei i libri per l’infanzia.


caratteri Dattilografici: Courier

 

Computerizzati
Sotto questa insegna ritroviamo ciò che è stato chiamato “i caratteri del calcolatore elettronico”.
Questa famiglia ha già un ruolo determinante in seno alla grande rivoluzione tecnologica contemporanea; questi caratteri sono specifichi del nostro secolo come i Lapidari lo furono dell’Antichità romana, gli Onciali del tempo dei manoscritti, i graziati dell’età della stampa con i caratteri in lega.
Di questa tipologia di stili fanno parte anche i caratteri il cui disegno è stato elaborato partendo da un modulo a base rigida.
Tipici esempi di questa famiglia sono: «LCD Liquid Cristal Display», «MICR», «OCR», «Computer».


caratteri omputerizzati: Computer

 

Extra latini
Ragruppa i caratteri di forma simile alla nostra, ma il cui disegno è apertamente influenzato da una grafica straniera che utilizza solo poco il nostro codice alfabetico: il Cirillico e l’Ellenico.

Non latini
In questa ultima famiglia vengono catalogati tutte le molteplici forme alfabetiche di origine non latina: Armeno, Cinese, Nipponico, Coreano, Copto, Ebraico, Arabo, Sanscritto,

aaaaaaaaa
torna su

 

grafica expo web stampa arte photo mappa bibliolink home  

sito ottimizzarto per 1024 x 768 px


webmaster Aldo Gorlaaa