LA LINOTYPE
            E' una macchina 
              per la composizione tipografica meccanica, inventata negli Stati 
              Uniti dal tecnico tedesco OTTMAR MERGENTHALER nel 1881. 
            La macchina compositrice-fonditrice 
              monolineare, perfezionata, verrà posta in uso nel 1884.
              E’ costituita da una tastiera letterale su cui il linotipista 
              compone le parole comandando per ogni singolo tasto una leva che 
              libera la corrispondente matrice situata nel magazzino; le matrici 
              vanno a disporsi nel compositoio fino a completamento della riga, 
              quindi con un primo elevatore passano alla forma dove, da un crogiolo, 
              è immesso il metallo fuso a 285°C - piombo (85%), antimonio 
              (12%) in lega con stagno (3%) - che fonde tutta intera la riga; 
              un secondo elevatore affida poi le matrici al meccanismo della 
              distribuzione dove un sistema di prisma e di tre viti elicoidali 
              s'incarica di riporre le matrici nei rispettivi canali del magazzino.
            
            
              Cenni storici su una formidabile invenzione
            Gli inizi
              Quando nel 1450 a Magonza Gutemberg con i soci Fust e Schöffer 
              inventarono e applicarono la stampa coi caratteri mobili.
              Quando la stampa si diffuse,ogni generazione ha fatto dei progressi 
              grazie alle nozioni fissate sulle pagine stampate. 
              Si può dire che il più grande contributo al progresso 
              umano sia rappresentato dall'invenzione del carattere mobile e 
              quindi dalla stampa.
            
            Fu all'inizio del XIX secolo che Stanhope sostituì 
              il metallo al legno del torchio e la trazione meccanica a quella 
              manuale e da allora le macchine divennero sempre più automatiche. 
              
              L'invenzione della stereotipia e della galvanotipia fu seguita 
              dalla macchina da stampa a cilindro e dalla rotopiana che stampa 
              su carta in bobina direttamente dalla forma, così nel 1880 
              vi erano macchine capaci di stampare alla velocità di 2000 
              copie l'ora un giornale di otto pagine, e era considerato una 
              cosa meravigliosa.
              
              in seguirto la macchina in bianca e volta rese il libro molto 
              a buon mercato, tanto che il costo di una biblioteca risultava 
              enormemente ridotto. 
              Ma la composizione e la scomposizione si effettuavano ancora come 
              al tempo di Gutenberg, perché da allora, circa quattrocento 
              anni, nessun progresso era stato fatto: il compositore continuava 
              a tirar su lettera per lettera per formare le righe nel compositoio 
              e quindi impaginarle; dopo la stampa, egli eseguiva anche la scomposizione.
            Primi passi verso la composizione 
              meccanica
              Il desiderio di effettuare meccanicamente queste due costose operazioni 
              fu vivamente sentito e poco dopo l'inizio del 1800 furono richieste 
              varie patenti di macchine concepite a tale scopo. 
              Intere fortune furono esaurite in esperimenti e diversi tipi di 
              macchine vennero lanciati sul mercato tipografico, ma vi rimasero 
              per poco tempo.
              Una lunga lunga serie di tentativi, a cominciare da quello 
              dell'inglese Förster, nel 1815, precorsero e prepararono 
              l'avvento dei numerosi sistemi di macchine compositrici .
              
              Il principio meccanico di comporre e scomporre caratteri mobili 
              fu attuato per primo dal danese Sörensen nel 1838 e presentò 
              la sua macchina all'Esposizione di Parigi del 1851, ove fu premiato 
              con medaglia d'oro da Napoleone III.
              Tale principio venne seguito nel 1840 dal Gaubert nella sua macchina 
              «Gerótype» e reso più pratico dal Kastenbein 
              nel 1866, sebbene poco usato. 
              Il padre domenicano Vincenzo Calendoli che verso il 1893 inventò 
              a Parigi una compositrice meccanica, fatta brevettare l'anno seguente 
              a Londra, insieme con A. Savarese.
              Il compositore Ernesto Codignola, bresciano inventò, nel 
              1885 a Milano, una compositrice meccanica a caratteri mobili che 
              venne costruita dalla azienda Tecnomasio.
            Una prima macchina inglese fu costruita con tastiera 
              per comporre i caratteri che poi venivano aggiustati a mano, ma 
              la scomposizione avveniva mediante una seconda tastiera, situata 
              opportunamente perché tutti i caratteri ritornassero nel 
              magazzino; però l'operatore leggeva, invece, dei caratteri, 
              la prova di stampa del materiale che doveva «disfare». 
              Diversi esemplari di questa macchina furono in uso per qualche 
              tempo.
            Fra tutte le macchina costruite per comporre e 
              scomporre, la più rimarchevole fu quella di James W. Paige, 
              di Rochester, N.Y., nel 1873, chiamata «Paige Compositor». 
              il principale sostenitore di questa macchina fu Mark Twain (Samuel 
              L. Clemens) che vi spese tutta la sua fortuna. 
              Si calcola 20 milioni di dollari il totale delle somme spese dalle 
              diverse società nei numerosi tipi di macchina da comporre.
            
            1873, la 
              «Paige Compositor»di James W. Paige, di Rochester, 
              N.Y.,
            
            Il«Paige Compositor»
              Il «Paige Compositor» è 
                stato il più grosso investimento compiuto da Mark Twain 
                e fu anche la scommessa che lo portò sull'orlo del fallimento: 
                200 mila dollari andarono in fumo nel progetto. 
                
                Ma pare che il difetto più grave di quel progetto sia stato 
                quello di essere stato realizzato troppo tardi per sorpassare 
                il successo della Linotype di Mergenthaler. 
                James W. Paige, nato a Rochester, N.Y, sviluppò la sua 
                idea nel 1873. 
                Paige aveva già realizzato un telegrafo di stampa e Twain 
                era divenuto un suo grande sostenitore . 
                L'azienda che permise a Paige di realizzare la sua macchina, per 
                sti i tempi troppo lenti nella sua realizzazione, lo abbandonò. 
                Fu allora Mark Twain a a finanziare Paige per permettergli di 
                portare a termine il progetto. 
                Nel 1889 la macchina non era ancora pronta, e a Twain venne fatta 
                un'offerta dei promotori della Linotype che ventilavano l'idea 
                di una fusione. 
                Twain, proprio considerando l'offerta della Linotype, si convinse 
                che la sua sarebbe stata la macchina vincente e rifiutò.
                La macchina di Paige misurava 9 piedi di lunghezza e pesava tre 
                tonnellate ed era composta da 18 mila parti, la tastiera aveva 
                109 tasti. 
                Malgrado la notevole stazza la macchina era tuttavia fatta funzionare 
                da un piccolo motore elettrico. 
                Capireparto e dirigenti dei giornali il 29 gennaio 1892 avevano 
                lasciato l'ufficio di Paige convinti che quella sarebbe stata 
                l'invenzione del futuro. 
                Gli osservatori dell'Associazione americana degli editori dei 
                giornali che avevano potuto osservare la macchina all'opera la 
                definirono «la meraviglia meccanica del XIX secolo». 
                In una prova al Chicago Herald (l'unica azienda a usare commercialmente 
                la macchina) il «Paige Compositor» prevale su trentadue 
                linotype. 
                Ma nel frattempo la Linotypesorpaso la macchina di Paige e Twain. 
                Nel 1887 c'erano 55 linotype in funzione, nel 1895 erano già 
                1067. Nel 1894 l'investimento finanziario non era più sostenibile. 
                Twain finì di pagare i suoi debiti soltanto nel 1898.
            
            Il sistema a lingotto
              Il sistema di macchine compositrici basato 
                sul concetto della fusione di linee ebbe un numero di fautori 
                più scarso, ma furono più fortunati. 
                Intravvisto da Leroux fin dal 1843, poi accarezzato da Armengaud 
                e Gallieu nel 1846, Capeart e Godson nel 1885, da Turbelin nel 
                1886, ebbe il suo trionfo per merito di Ottmar Mergenthaler.
            Alcuni stenografi e cronisti di Washington 
              riconoscendo i grandi vantaggi della macchina da scrivere in confronto 
              della scrittura a mano e concepirono l'idea che una macchina simile 
              avrebbe potuto sostituire le dita del compositore.
              Essi intendevano una macchina a punzoni di acciaio che imprimessero 
              le lettere su cartone, o altro materiale simile, da usare come 
              matrice per stereotipia. 
              Questi intraprendenti costituirono una società per realizzare 
              la loro idea, mentre un altro gruppo di persone si era già 
              impegnato in altre ricerche aventi per base le stesse linee generali. 
              Senza impressionarsi degli insuccessi seguiti a tanti tentativi 
              precedenti di altri volenterosi, un piccolo gruppo di editori 
              e giornalisti: Moore, Clephane, Devine, McEwen, Warburton e Murphy, 
              costituirono una prima società.
              I ncaricarono un operaio dell'officina Hahl & C. di Baltimora, 
              ove si costruivano delle macchine per esperimento, di proseguire 
              gli studi secondo i suoi criteri. 
              Era Ottmar Mergenthaler.
            I primi risultati 
              ottenuti da Ottmar Mergenthaler
              Nel 1883 Ottmar Mergenthaler inventò un apparecchio a tamburo, 
              che chiamò «Rotary Matrix Machine», munito 
              di punzoni che imprimevano i caratteri su nastri di cartone umido; 
              infine quei nastri venivano tagliati alla giustezza voluta e impaginati 
              incollandoli sopra un foglio; quindi se ne traeva una lastra col 
              noto processo di stereotipia.
            
            1883, Ottmar Mergenthaler «Rotary 
              Matrix Machine» 
            Fu Moore ad avere l'idea di sistemare ordinatamente 
              quei nastri sopra un piano di metallo, in modo che corrispondessero 
              ad altrettanti vuoti di uno stampo da sovrapporre ad essi: si 
              trattava certamente di una forma da fondere multipla con la quale, 
              veniva colato il metallo, si ottenevano le righe separate, ma 
              intere. 
              Era un buon risultato che meritò al Moore di essere chiamato 
              l'ideatore della riga di un sol pezzo; però il procedimento 
              non era pratico e fu abbandonato.
            Mergenthaler costruì nel 1884 un'altra macchina 
              punzonatrice con la quale otteneva più sollecitamente righe 
              intere, grazie all'adozione di un cuneo di aggiustatura delle 
              righe.
              Però sorgeva un altro grave problema, cioè la necessità 
              di una grande quantità di punzoni di acciaio, perché 
              questi si rompevano con una grande facilità e siccome erano 
              intagliati a mano non si giungeva a produrne a sufficienza.
              Però non costavano molto, dato il tempo occorrente per 
              prepararli.
            Un identico problema, il bisogno di punzoni da 
              taglio, si era presentato anche a un certo Benton di Milwakee; 
              ma egli studiò il modo di produrli meccanicamente e nel 
              1884 terminò di costruire una macchina adatta per questa 
              produzione. 
              Pare che a lui fossero del tutto ignoti gli studi e le ricerche 
              di Mergenthaler che a sua volta apprese casualmente dell'officina 
              dil Benton e della sua macchina per fabbricare punzoni. 
              Fatto sta che fu loro facile intendersi in base a un accordo che 
              salvava tanto l'invenzione del Benton quanto quella della macchina 
              da comporre che, finalmente, poteva divenire commerciabile.
            La «Band Machine»
              l' Accordo con Benton dette nuovo coraggio a Mergenthaler che 
              nell'anno seguente, 1885, costruì un'altra macchina nella 
              quale i punzoni erano sostituiti da tanti nastri metallici (e 
              per questo era chiamata «Band Machine»).
              Oni nastro portava un alfabeto completo inciso in incavo; la novità 
              principale di questa macchina era l'applicazione di un crogiuolo 
              e di una forma per fondere. 
              Le matrici discendevano fino al punto corrispondente alla lettera 
              occorrente, combaciavano e si bloccavano contro l'orifizio della 
              forma nella quale il metallo veniva spinto, a un dipresso come 
              nelle macchine moderne.
            
            

            1885, Ottmar Mergenthaler «Band 
              Machine» 
            Le prime matrici
              Fu questa la prima macchina che dava righe direttamente da matrici 
              di metallo, invece che di cartone. 
              Era un bel risultato ma la produzione era lenta; per accelerarla 
              Mergenthaler costruì un'altra macchina che componeva piccole 
              matrici con una sola lettera
              Tali matrici erano contenute in un magazzino dal quale esse scendevano 
              al richiamo dei rispettivi tasti e venivano spinte nel compositoio 
              da un soffio di aria compressa; l'aggiustatura della riga era 
              ottenuta con degli spazi a cuneo.
            L'aggiustatura automatica delle righe era stato 
              uno dei problemi più difficili da risolvere e alla sua 
              soluzione si dedicarono contemporaneamente tre inventori: J.D. 
              Schuckers di Filadelfia, Mergenthaler e John R. Rogers. 
              Schuckers riuscì a creare lo spazio mobile a doppio cuneo 
              con superfici esterne parallele, qual è conosciuto oggi. 
              La Linotype risultò dunque dal contributo di diversi inventori, 
              oltre a quello principale di Mergenthaler.
            La riga si trasferiva di contro la forma e lasciava 
              la propria impronta sul bordo superiore del lingotto derivante 
              dalla forma stessa. Dopo la fusione le matrici venivano trasferite 
              al meccanismo di distribuzione che le riportava al proprio posto.
            
            La prima matrice con una sola 
              incisione e il primo spazio mobile non molto dissimile da quelli 
              prodotti in seguito
            
              La «Blower», la prima «line-o-type»
              Ormai si era di fronte a una «line-o-type» 
                che eseguiva automaticamente le operazioni di composizione, fusione 
                e distribuzione, consentendo quindi una produzione abbastanza 
                veloce; infatti era possibile comporre una riga mentre l'altra 
                era in fusione e una terza in via di distribuzione.
                Delle modifiche furono apportate a questa macchina e finalmente 
                il nuovo modello, chiamato «Blower» fu posto sul mercato 
                nel 1886 e installato nelle tipografie dei giornali «New 
                York Tribune», «Chicago News» e «Louisville 
                Courier Journal».
            
            La «Blower», 
              la prima linotype di Ottmar Mergenthaler
            
              
              Mergenthaler si dedicò poi al perfezionamento della «Blower 
              Linotype» e nel 1890 lanciò la Linotype «Modello 
              1 a base quadrata» le cui caratteristiche si ritrovano nei 
              modelli che seguirono.
            
            . La prima vera Linotype: la Modello 1 a base quadrata
            Fu deciso quindi di raccogliere 
              i capitali occorrenti per gli impianti e la fabbricazione della 
              macchina e per l'organizzazione della vendita.
              Gli acquirenti preferibili erano gli editori di giornali, ma pare 
              che la loro ricerca fosse più difficile della ricerca dei 
              capitali. 
              Gli editori ammiravano, ma restavano diffidenti dinanzi l'adozione 
              di un sistema tanto rivoluzionario, da essi considerato anche 
              aleatorio agli effetti della puntualità oraria richiesta 
              dai loro giornali, e l'economia conseguibile in confronto della 
              composizione a mano non bastava a persuaderli.
            
              Il direttore del «New York Tribune»battezzato la macchina 
              stessa col nome attuale linotype, Whitelaw Reid; quello 
              del «Chicago News», Melville Stone; e il loro collega 
              Walter Haldeman del «Louisville Courier Journal» furono 
              essi infatti i primi acquirenti che poi per una decina di anni 
              impiegarono la nuova compositrice .
            2 giugno 1893. Entrano le prime 
              sette linotype al «Los Angeles Times». 
              I loro nomi: The Vanguard, E. Pluribus Unum, El Hombre Viejo, 
              Nancy Hanks, Yo Tambien, California e Angelena
              
              La linotype inizia la produzione
              Fu intrapresa la regolare costruzione di duecento 
              macchine di quel modello; ma quando ancora oltre la metà 
              di esse erano in officina, l'inventore apportò un nuovo 
              perfezionamento di tanta importanza, da non destare esitazioni 
              nella decisione di sostituirle tutte, comprese quelle già 
              funzionanti soddisfacentemente.
              Il perfezionamento consisteva nella soppressione dell'aria compressa; 
              le matrici ebbero un nuovo tipo di magazzino a posizione inclinata, 
              dal quale esse scendevano per forza di inerzia; il tipo di elevatore 
              che riconduceva le matrici al loro deposito fu sostituito con 
              l'attuale tipo di secondo elevatore. 
              Queste radicali modificazioni furono accompagnate dalla soluzione 
              definitiva del sistema di distribuzione, il quale doveva poi esser 
              considerato incontestabilmente la parte più originale della 
              Linotype e che vedesi riprodotto abbastanza fedelmente su tutti 
              i tipi di compositrici, eccetto la Typograph.
              La nuova macchina aveva la base quadrata e di essa i primi esemplari 
              furono introdotti in Inghilterra nel 1892. 
              Si dice che qualcuna è in funzione tutt'oggi e si cita 
              il caso di un operatore che da oltre trent'anni lavora su una 
              di tali macchine, la quale darebbe tuttora una produzione soddisfacente.
            
            La Modello 1 nella versione 
              successiva
            L'evoluzione
              Le tappe principali della Linotype possono essere definite così:
              1) quella di una macchina tipo-litografica; 
              2) di una macchina adatta per fondere in un sol tempo tante righe 
              di un sol pezzo su «flans» speciali, ottenuti mediante 
              punzoni composti e aggiustati in una riga;
              3) di una macchina per comporre piastrine di matrici a serie e 
              per fondere singolarmente righe di un sol pezzo
              4) capace di fare righe intere da singole matrici composte e aggiustate; 
              la quinta, rappresentata dalla macchina modello 1, che per prima 
              fu introdotta in Italia, nel 1895, e dopo acquistata dal giornale 
              «La Tribuna», di Roma.
            
            La prima linotype Mod. 1 importata 
              in Italia nel 1895. 
              Nel 1958 era ancora funzionante alla «Tribuna» di 
              Roma 
            
              Seguì poi la macchina modello 10, con magazzino leggero; 
              l'innovazione importantissima della distribuzione multipla, che 
              permette l'impiego di più tipi nella stessa riga i quali 
              si selezionano automaticamente dopo la fusione.
            Poi le Linotype con magazzini ausiliari 
              e via via, fino all'odierna modello 24, con otto magazzini, quattro 
              distribuzioni e due tastiere.
            
              Una delle più grandi e più diffuse riviste americane, 
              sul finire del primo decennio del '900, indisse un referendum 
              presso le più spiccate personalità degli Stati Uniti, 
              per sapere quali invenzioni e quali scoperte fra quelle più 
              recenti avrebbero avuto maggiore influenza sociale. 
              Il risultato del referendum indicava, nei rispettivi campi, il 
              telegrafo senza fili, l'aeroplano ecc. e, nella meccanica pura, 
              la Linotype.
              Non si può negare, infatti, che nella tecnica tipografica 
              questa macchina ha influito enormemente, moltiplicando la potenza 
              dell'invenzione di Gutenberg; spazzando via quanto di fastidioso, 
              di pesante e di antigienico accompagnava la composizione a mano; 
              contribuendo grandemente allo sviluppo dell'industria grafica 
              ed editoriale, la quale ultima poté dare a buon mercato 
              libri, giornali, ecc.
            
              Oggi, la sempre maggiore espansione della macchina, richiede l'opera 
              e il concorso di oltre novemila persone fra operai e impiegati 
              degli stabilimenti di costruzione e delle agenzie esistenti in 
              tutte le Capitali dei vari Stati del mondo, non escluse Tokio 
              e Pechino. 
              Infatti anche il Cinese scritto con caratteri ideografici si compone 
              con la linotype 
            In Italia la sola Tipografia Poliglotta 
              del Vaticano ha una delle sue linotype corredata con una serie 
              di carattere cinese. 
              In Cina il nome della Compagnia fabbricante si traduce così: 
              «Lie-no-yin-chu-tze-chi-tseh-tsao-chang», e secondo 
              il concetto degli abitanti del Celeste Impero la prima sillaba 
              della parola linotype significa «dare», la seconda, 
              ossia «no», significa «prendere». 
              Per una strana coincidenza di pensiero, dunque, la traduzione 
              dice il compito del linotipista: cioè egli «dà» 
              alla macchina l'opera di dattilografo e ne «prende» 
              il suo prodotto.
            
            Altri alfabeti componibili con 
              la Linotype: Devanagari-Hindi e Devanagari-Marathi (India Settentrionale), 
              Bengalese, Urdu (Indostan), Birmano, Cingalese (Ceylon-India), 
              Tamil (India Meridionale), Arabo, Ebraico, Greco, Russo, Siriaco, 
              Amarico (Etiopia), Armeno.
            Negli Anni 50 la pubblicazione 
              della guida telefonica del Cairo (cinquantamila nominativi in 
              500 pagine) è stata resa possibile dall'impiego di una 
              Linotype Mod. 48 SM corredata di lettere arabe di corpo 10 e 14.
            
            La vita di 
              Ottmar Mergenthaler
              Ottmar Mergenthaler nasce ad Hachtel, Württemberg (Germania), 
              l'11 maggio 1854. 
              Un piccolo paese dove circa 300 anime, si dedicano all'agricoltura 
              e all'allevamento.
              Nel 1858 la famiglia Mergenthaler si trasferisce a Ensingen, dove 
              il piccolo Ottmar trascorre parte della sua fanciullezza. 
              Il giovanissimo Ottmar inizia a studiare a Bietigheim nel 1868: 
              è affascinato dall'ingegneria, ma le non troppo floride 
              risorse finanziarie della sua famiglia (era figlio di un maestro 
              di scuola), gli impediscono di proseguire gli studi. 
              Comincia così a lavorare all'età di 14 anni come 
              apprendista presso l'orologiaio Hahl - uno zio, che aveva adibito 
              una piccola cantina a laboratorio - per potersi permettere di 
              frequentare le scuole serali. Nel 1872 Hahl insieme con Spaich, 
              un fabbricante di stoffe, compra una casa vicino al ponte sull'Enz 
              dove sistema il suo laboratorio. 
              Gli affari vanno male e allora Spaich acquista una tipografia 
              con un torchio a mano e pochi caratteri. 
              E' ancora tipografia nel 1907 e nel 1922 entra persino una Linotype. 
              Il figlio dell'orologiaio era intanto emigrato in America, ove 
              a Washington aveva aperto una fabbrica di campanelli e apparecchiature 
              elettriche. Cosi, nel 1872, Ottmar Mergenthaler lo segue e viene 
              assunto nella sua fabbrica che in seguito fu trasferita a Baltimora. 
              Ottmar diventa cittadino americano nel 1878. 
              A Baltimora ritrova il vecchio Hahl e incontra James Clephane, 
              un giovane segretario privato di Stato, che voleva realizzare 
              con l'ideatore Charles Moore un metodo veloce per trascrivere 
              i segni stenografici. 
              L'idea si rivela un fallimento. 
              Intanto Ottmar si era messo in società con Clephane. 
              Ottmar lascia la società, abbandona l'idea di Moore e si 
              dedica al progetto di una macchina innovativa nella composizione 
              tipografica. Nel 1878 scrive una lettera al fratello e gli racconta 
              come stia lavorando a una macchina per comporre dove non sia più 
              necessario riordinare i caratteri. 
            E' l'11 settembre 1881 quando si sposa con Emma, 
              la figlia di Luis Carl Lachermayer, un architetto e scultore di 
              Wüttemburg, da cui avrà cinque figli. Il primogenito, 
              Fritz, nacque nel 1883 e morì con la moglie in un incidente 
              d'auto nel 1910.
              Julius, il secondo, morì a soli quattro anni. Eugen, il 
              terzo, morì nel 1919, a 34 anni, colpito dalla spagnola. 
              L'ultimo, Hermann, nato nel 1987:
            All'inizio del 1883 Ottmar si separa da Hahl e 
              si mette in proprio. Brevetta il suo progetto di macchina compositrice 
              meccanica; l'anno seguente gli offrono 300 mila dollari ma rifiuta 
              di cedere il brevetto. Clephane rimane in contatto con Mergenthaler 
              e gli fa conoscere un certo Hine che gli commissiona due macchine. 
              Ottmar ne finisce una nel 1884 e la presenta a una dozzina di 
              stupefatti spettatori: la Blower soffiando fa scendere le matrici 
              che compongono una riga che un elevatore porta alla fusione e 
              poi riporta le matrici al loro posto. 
              Ma gli inconvenienti tecnici erano ancora molti e c'era il grosso 
              problema del costo da risolvere: non doveva costare più 
              di 400 dollari. 
              Nel 1885 fu finita una nuova macchina che permetteva all'operatore 
              di leggere e eventualmente correggere la riga. 
              Gliene furono ordinate un centinaio. Il 3 luglio 1886 la sua invenzione 
              fa il suo ingresso al «New York Tribune». 
              L'editore Withelaw Reid esclama: «Ottmar, you've done it 
              again! A line o' tipe». E così la Blower diventa 
              Linotype (linea di caratteri).
            
              Mergenthaler tra i suoi operai
            
            Per costruire le macchine che erano state ordinate 
              Ottmar allestì una fabbrica con quaranta operai che in 
              pochi mesi salirono a 160. Una nuova fabbrica fu allestita in 
              Preston Street e i pezzi più importanti furono fatti costruire 
              da altre aziende. 
              Però le matrici non dovevano costare troppo, i pezzi e 
              i materiali necessari alla costruzione delle Linotype dovevano 
              arrivare in tempi brevi e un altro ostacolo era rappresentato 
              dalla poca specializzazione dei suoi operai. 
              Mergenthaler lavora molto ed è molto amato dai suoi lavoratori 
              ai quali riconosce un premio di 10 dollari per ogni macchina finita. 
              Uscirono dalle sue officine le prime cento macchine e arrivarono 
              altri problemi: la compagnia volle limitare l'autonomia dell'inventore, 
              Whitelaw Reid si lamentava che Ottmar si perdesse nella ricerca 
              di continue migliorie e pretendeva che per evitare di avere concorrenza 
              non fossero costruite altre macchine. 
              Mergenthaler si licenziò. 
              A quel tempo erano in funzione 30 Linotype al "New York Tribune", 
              venti al "Chicago News", altrettante al "Courier 
              Journal", 18 al "Louisville", sedici al "Washington 
              Post". 
              La macchina di Mergenthaler faceva risparmiare al "New York 
              Tribune" ottantamila dollari all'anno. 
            A Ottmar Mergenthaler si presentò l'occasione 
              di comprare una fabbrica di ferri da cavallo, da dove riprendere 
              la produzione di macchine da composizione meccaniche con nuovi 
              modelli che eliminavano alcuni difetti dei precedenti. 
              Nel 1888, ancora con Clephane, trovò i finanziamenti. La 
              nuova Linotype fu finita nel 1890 e installata in "Juge Building" 
              dove fu provata e ottenne un grande successo. 
              Ne furono ordinate oltre un centinaio. 
              Nel frattempo la fabbrica da cui Mergenthaler se n'era andato 
              aveva ricominciato a lavorare grazie all'aiuto dello stesso Ottmar. 
              Tra i suoi clienti vi fu anche la Brooklyn Standard Union Number 
              Six, il più grande sindacato dei tipografi degli Stati 
              Uniti che era stato contrario alla "diavoleria" di Mergenthaler 
              fino a poco tempo prima. 
              Lo stesso sindacato stabilì anche tariffe per i linotipisti: 
              20 dollari la settimana per i libri e le riviste, 22 per le edizioni 
              serali e 27 per quelle del mattino. 
              Nell'aprile del 1890 il sindacato ordinò 100 macchine.
            La linotype si guadagna il «Grand Prix» 
              all'Esposizione mondiale di Parigi del 1889. 
              Alla fine del 1891 duecento macchine furono date in prestito, 
              ma l'affitto non bastava a sostenere la produzione di nuove Linotype. 
              Le due fabbriche di Brooklyn si fusero formando la "Mergenthaler 
              Linotype Co.". 
              Dal 1891 al 1895 Ottmar apportò parecchie migliorìe 
              alla sua macchina. Per 416 mila dollari acquistò il brevetto 
              dello spazio mobile a cuneo.
              La Mergenthaler Linotype & Manchester Ltd è fondata 
              a Manchester, in Inghilterra. 
              Nel 1892 negli Stati Uniti viene prodotta la linotype numero 1000. 
            Nel 1888 Ottmar Mergenthaler si frattura una costola, 
              guarisce ma rimane molto indebolito. 
              Nel 1892 Mergenthaler torna in Germania e riesce a ritrovare il 
              padre, che morirà l'anno dopo: il vecchio genitore si complimenta 
              per la sua invenzione, ma esprime anche preoccupazione per i molti 
              posti che sarebbero andati perduti. 
              Verso la fine del 1894 la salute di Ottmar va peggiorando: i dottori 
              gli prognosticano la tubercolosi. 
              Per guarire si trasferisce sui Blue Montains in Maryland. 
              Più tardi si sposta a Saranac, una stazione climatica dove 
              soggiornò anche lo scrittore scozzese Robert Louis Stevenson. 
              Il Nord non faceva più per lui, così nel 1896 decide 
              di vivere vicino a Prescott dove si fa costruire una residenza 
              estiva dove trascorre sei mesi. 
              Sempre alla ricerca di un clima migliore lo ritroviamo in Deming 
              New Mexico, ma questa casa nel 1897 viene distrutta da un incendio 
              da cui Ottmar e la famiglia si salvano per miracolo. 
              Il 14 aprile, più malato che mai, Mergenthaler torna a 
              Baltimora. Ogni giorno si fa portare in fabbrica dove trascorre 
              buona parte della giornata fino a due settimane prima della sua 
              morte, il 28 ottobre 1899, a soli 45 anni.
              Lasciò alla famiglia un'eredità di quasi mezzo milione 
              di dollari, una cifra enorme per quei tempi. 
              La vedova Emma e il figlio Hermann nel 1940-41 permettono con 
              una generosa donazione la creazione del Dipartimento di Biologia 
              («Mergenthaler Hall», così sarà denominato) 
              nella «The Johns Hopkins University» di Baltimora.
            
              
              
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                1914 
                  modello14 con magazzino ausiliario  | 
                  | 
                1926 modello 6 inglese con 
                  quattro magazini e doppia distribuzione  | 
                  | 
                1911 modello 
                  9 a quadrupla distribuzione, sostituzione di un magazino  | 
                  | 
                1921 modelo 
                  24 "linothipe universale"  | 
                  | 
                modello 26 due magazini 
                  più due  | 
                
              
                  | 
                  | 
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                linotype fonditrice 
                  modello tascabile  | 
                  | 
                1950-"comet" la 
                  teletype  | 
                  | 
                anni '60 linotype della 
                  "stampa" di Torino  | 
                  | 
                "italtype" la 
                  linottype italiana  | 
                  | 
                 gruppo di nove Intertype 
                  nello stabilimento del «Corriere dello Sport», 
                  a Roma  | 
                
              
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                Gruppo di macchine Intertype 
                  nello stabilimento de «Il Corriere della Sera», 
                  a Milano  | 
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                ampio salone di composizione 
                  meccanica del giornale 
                  «La Nazione», a Firenze, con venti Intertype  
                    
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